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Migranti, il Viminale manda i profughi in Lombardia. Maroni: "Abbiamo già dato"

di Nicoletta Orlandi Posti domenica 7 giugno 2015

2' di lettura

Il Nord ha già avuto un "carico eccessivo" di immigrati, Lombardia e Veneto "non sono disponibili a riceverne altri". È la risposta del presidente della Lombardia, Roberto Maroni, alla circolare del Viminale che chiede alle Regioni settentrionali di farsi carico dell’alloggio dei profughi. "Io non sono per nulla d’accordo", ha detto Maroni, parlando a margine dell’assemblea degli industriali di Varese e provincia, "abbiamo già avuto un carico eccessivo, quindi Lombardia e Veneto non sono disponibili a riceverne ancora. Respingo al mittente questo ultimatum del governo, siamo totalmente contrari". La circolare del Viminale - La circolare trasmessa dal Viminale ai prefetti il giorno dopo le elezioni amministrative viene infatti chiesto alle regioni del Nord la propria disponibilità per trovare posto ai profughi ed è solo il primo passo per trovare una sistemazione a 7.500 persone e soprattutto a quelle che arriveranno con i prossimi flussi. A parte la Sicilia, che si sobbarca la pressione maggiore, sono state - spiega il Corriere, soprattutto la Puglia, la Campania e il Lazio a mostrare disponibilità, mentre al settentrione le percentuali di stranieri accolti sono bassissime. Ecco perché, se davvero continuerà questo atteggiamento, non è escluso - come del resto era già stato paventato in una precedente circolare - che si possa arrivare a requisire le strutture dove sistemare i richiedenti asilo. I centri del Viminale sono infatti stracolmi e al momento sembra esclusa la possibilità di confidare su un concreto aiuto internazionale. Tavolo con le Regioni - Nei prossimi giorni, anticipa Fiorenza Sarzanini, si cercherà una soluzione che consenta di poter contare sul maggior numero di posti senza doversi muovere sempre in emergenza. Un negoziato con i rappresentanti delle Regioni e dei comuni che il ministro Angelino Alfano continuerà a condurre consapevole che l’aiuto dell’Ue sarà pure un primo passo, ma certamente non risolutivo. Il no del Veneto - Sulla stessa linea di Maroni il governatore del Veneto Luca Zaia: "Non c’era alcun dubbio che, passata la fase della frenata elettorale, peraltro servita a poco perché la gente non è stupida, almeno in Veneto, il Ministro Alfano ricominciasse a inondare il territorio di immigrati, e le Istituzioni di circolari ultimative. Non serve a nulla. Il no del Veneto a ricevere altri immigrati era e resta totale, li impongano pure, li mettano nelle topaie delle caserme dismesse, ma se ne assumeranno anche tutta la responsabilità, umana e sociale". "Il nostro è stato resta un no granitico", puntualizza Zaia, "ed estremamente motivato: abbiamo già dato, ospitando 514 mila immigrati regolari che si sono integrati e che ora, con 40 mila disoccupati, scontano la profonda crisi economica al pari dei nostri cittadini e alla faccia degli ’zerovirgola' dell’Istat sui quali oggi twitta Renzi. Non è un no politico, è un no dei territori. Per sincerarsene basta che Alfano alzi la cornetta e parli con un po' di Sindaci Veneti di ogni colore politico. Forse capirà. Forse".

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