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Nessun nuovo aeroportoCon Monti è crescita zeroanche nei cieli italiani

Approvato il Piano nazionale: non si faranno gli scali di Viterbo e Grazzanise, in un limbo quello di Comiso, pronto da anni ma mai entrato in funzione
di Matteo Legnani giovedì 31 gennaio 2013

2' di lettura

Non c'è nulla da fare. La crescita e lo sviluppo non sono nelle corde di questo governo. E così sarà anche per gli aeroporti italiani, visto che il Piano nazionale approvato oggi dal ministro dello Sviluppo Corrado Passera non prevede la realizzazione di alcun nuovo scalo sul territorio nazionale. Non ci sarà Grazzanise in Campania e non ci sarà Viterbo nel Lazio. Resta in un limbo l'aeroporto di Comiso (nel sud della Sicilia), già bell'e pronto con tanto di pista e terminal ma mai entrato in funzione E pensare che il viceministro alle Infrastrutture e Trasporti Ciaccia ha osato dire che "il piano porpone un modello di sviluppo aeroportuale di grande respiro". Sono complessivamente 31 gli aeroporti di interesse nazionale individuati dal nuovo piano di  riassetto del sistema varato oggi dal ministro delle Infrastrutture e Trasporti Corrado Passera. Questi scali sono raggruppati sotto tre grandi categorie: aeroporti inseriti nella core network, considerati  di rilevanza strategica a livello Ue; aeroporti inseriti nella  comprehensive network e aeroporti non facenti parte delle reti europee. Questi, nel dettaglio, gli aeroporti di interesse nazionale. Si comincia da quelli inseriti nella Core Network, considerati di   rilevanza strategica a livello Ue in quanto pertinenti a città o nodi  primari, e sono Bergamo Orio al Serio, Bologna, Genova, Milano Linate,  Milano Malpensa, Napoli, Palermo, Roma Fiumicino, Torino, Venezia. Il  secondo gruppo è quello degli aeroporti inseriti nella Comprehensive   Network, che, vede, a sua volta, al suo interno, tre ulteriori   sottogruppi. Ci sono gli scali con traffico superiore a 1 mln di   passeggeri annui: Alghero, Bari, Brindisi, Cagliari, Catania, Firenze,  Lamezia Terme, Olbia, Pisa, Roma Ciampino, Trapani, Treviso, Verona;   gli scali con traffico superiore a 500mila passeggeri annui e con   specifiche caratteristiche territoriali (unicità nell’ambito   regionale o servizio a un territorio di scarsa accessibilità): Ancona, Pescara, Reggio Calabria, Trieste. Ci sono poi gli aeroporti   indispensabili per la continuità territoriale: Lampedusa,  Pantelleria. Il terzo gruppo, cioè quello degli aeroporti non facenti parte delle reti europee, comprende gli scali con traffico vicino al milione  di passeggeri e con trend in crescita: Rimini; scali destinati a   delocalizzare traffico di grandi aeroporti: Salerno. Per questi scali, spiega il ministero delle Infrastrutture, è previsto sia il mantenimento della concessione   nazionale, sia la soluzione delle criticità relative al rilascio   della concessione in gestione totale, ove essa sia mancante. Gli aeroporti di interesse nazionale potranno inoltre essere   interessati da un programma di infrastrutturazione che ne potenzi la   capacità, l’accessibilità, l’intermodalità, a partire da Roma   Fiumicino (realizzazione di una nuova pista, potenziamento delle aree   di imbarco e dei Terminal), Malpensa e Venezia (miglioramento   dell’accessibilità delle strutture e della interconnessione con l'alta velocità). Il potenziamento di diversi altri scali è previsto  nel medio-lungo periodo. Nel nostro Paese sono attualmente operativi 112 aeroporti, di   cui 90 aperti al solo traffico civile (43 aperti a voli commerciali, 47 a voli civili non di linea), 11 militari aperti al traffico civile (3 scali aperti a voli commerciali, 8 a voli civili non di linea), 11 esclusivamente a uso militare.  

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