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L'allarme di Mauro: "Servono più soldi o ci ritroviamo disarmati"

Secondo i dati del ministro della Difesa, "dal 2003 al 2012 le Forza armate hanno subito tagli del 19%". E questo, aggiunge, "ci impedisce di partecipare alla politica di difesa europea"
di Sebastiano Solano domenica 28 luglio 2013

2' di lettura

Se non sarà attuato quanto previsto dalla legge delega approvata dal Parlamento la scorsa legislatura si rischia "il completo default funzionale delle forze armate nel giro di pochi anni, oltre il venir meno della capacità di partecipare nei fatti alla politica di difesa europea". Lo ha dichiarato il ministro della Difesa, Mario Mauro, nel corso di un’audizione davanti alla commissione difesa della Camera. I numeri del default - Mauro ha poi snocciolato i numeri di quello che, senza giri di parole, non ha esitato a definire default: "La diminuzione del 5,2% del bilancio della Difesa tra il 2011 e il 2012, che tra il 2003 e il 2012 è stato del 19%, non ha alcun possibile paragone con i nostri alleati europei e atlantici". E rimarca: "Questa condizione di particolare compressione delle risorse, ha prodotto uno squilibrio della spesa. E’ una condizione insostenibile, con questi livelli economici, in particolare nel settore dell’esercizio risulta impossibile perseguire quel livello di effettiva prontezza che rappresenta un parametro essenziale". Tra l'altro, spiega Mauro, "Questa compressione delle risorse ha prodotto un forte squilibrio anche il termini di articolazione interna della spesa. Oggi il 70% del totale è dedicato al personale mentre l’operatività dello strumento militare e gli investimenti si dividono il restante 30%". Servono più risorse - Da questa analisi Mauro prende le mosse per lanciare un monito alla politica, affinché allarghi un po' i cordoni della borsa, destinando alla Difesa ulteriori risorse: "Solo ribilanciando le risorse e quindi ripristinando dei ragionevoli livelli di spesa per l’esercizio delle Forze Armate, potremmo avere uno strumento militare tendenzialmente in linea con i parametri europei", spiega. E aggiunge: "Negli anni, molto lentamente, questo ci consentirà di aumentare molto le risorse puntando ad attribuire alla voce relativa all’esercizio il 25% del totale delle risorse disponibili. Pur rimanendo, comunque, la spesa italiana al di sotto della media dei paesi dell’Unione si sarà quanto meno avvicinata allo standard europeo. La componente militare - conclude Mauro - che in base a trattati europei deve essere in grado di compiere missioni che includono l’uso della forza e i componenti militari, prevedendo la prontezza operativa, e avere equipaggiamenti moderni ed efficenti e dispiegamento veloce".

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