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Benigni e il tricolore della Lega: camicie verdi, lauree in bianco e conti in rosso

Spettacolo
domenica 15 aprile 2012

2' di lettura

Milano, 15 apr. (Adnkronos/Ign) - "Camicie verdi, lauree in bianco e conti in rosso. Anche i leghisti hanno il loro tricolore". Roberto Benigni, ospite della trasmissione 'Che tempo che fa' di Rai Tre, prende in giro la Lega Nord e i suoi esponenti. "Umberto -scherza il comico toscano cercando la telecamera e rivolgendosi direttamente al leader del Carroccio, Umberto Bossi- andiamo in Tanzania io e te, andiamo là e fondiamo 'Tanzania Libera'. Si fonda assieme il sindacato tanzano, il 'Sinta'". Benigni prende di mira anche il figlio di Bossi, Renzo, dimessosi pochi giorni fa da consigliere regionale della Lombardia. "Umberto, ti porto io in Tanzania. Anzi, ci portiamo anche Renzo, guida lui. Che Renzo aveva un autista-bancomat, perché lui non conosceva il Pin". Ma dopo l'ironia, Benigni si fa serio rivolgendosi alla base del Carroccio: "Saluto la base della Lega, che è fatta di lavoratori e imprenditori, un popolo straordinario di grandi lavoratori. Portino avanti il federalismo, che è una bellissima idea politica, ma abbandonino l'idea di secessione, che porta solo divisioni e violenza". L'intervista del conduttore comincia con una domanda inevitabile sull'ex premier, 'bersaglio' costante del comico toscano. E lui: "Silvio Berlusconi? Mi manca. Non me l'aspettavo. Come passa il tempo - continua Benigni- ma se dico che non mi manca, pare brutto verso di lui, mentre se dico che mi manca, pare bruttissimo verso tutti noi". Parlando del suo recente lavoro con Woody Allen, Benigni sottolinea come lavorare con il regista "è bellissimo, è veramente divertente, un'emozione. Ma è anche una cosa misteriosa: è essere vicini a una grandezza e se ne vuole fare parte, un vento che fa bene al mondo. Fare un film con lui è come vedere un'opera d'arte". "Come tutti i grandi umoristi -scherza Benigni su Allen- è un po' depresso, dirige il film dal lettino dello psicologo. E poi non usa il ciak perché è simbolo di castrazione".

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