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Privacy, rubati i dati personali di oltre 1 milione di italiani: arrestati anche dipendenti Tim

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Rubati i dati personali di un milione e 200 mila italiani. Venti misure cautelari (13 ai domiciliari e 7 persone con obbligo di dimora) tra quali dipendenti della Tim. L'indagine "Data room" è stata portata avanti dalla procura di Roma e condotta ondotta con gli investigatori del Cnaipic della Polizia Postale e della Comunicazioni.  Il furto passava attraverso intermediari che si occupavano di gestire il commercio illecito delle informazioni estratte dalle banche dati e i titolari di call center telefonici che sfruttavano informazioni per contattare i potenziali clienti e lucrare le previste commissioni per ogni portabilità del numero che arrivano fino a 400 euro per ogni contratto stipulato

"A carico degli indagati, nel corso delle complesse attività investigative, sono stati acquisiti concreti e inequivocabili elementi probatori - fa sapere la polizia - circa l'esecuzione di ripetuti accessi abusivi alle data room in uso ai gestori telefonici operanti sul territorio nazionale e gestite direttamente da Tim, contenenti gli ordini di lavoro di delivery ed i reclami di assurance provenienti dalle segnalazioni dell'utenza relativamente ai disservizi della rete di telecomunicazioni". 

Le indagini sono iniziate lo scorso febbraio a seguito di una denuncia da parte dei Telecom Italia, in cui si sottolinevano diversi abusi informatici sistemi informatici gestiti da Tim, riscontrati dal gennaio 2019.  Accessi piratati attraverso  "account o virtual desktop in uso ai dipendenti di gestori di servizi di telefonia e di società partner per l'accesso ai database, chiavi spesso carpite in modo fraudolento, direttamente gestiti dalla stessa società denunciante, in ragione della concessione delle attività di manutenzione della infrastruttura telefonica nazionale". 

Il procuratore di Roma Michele Prestipino ha spiegato che si tratta della "prima indagine in cui viene applicata una fattispecie introdotta nel nostro ordinamento nel 2018, l'articolo 167 bis del testo unico della Privacy e che colpisce chi diffonde archivi personali procurando un danno. Le banche dati sono diventate un obiettivo molto appetibile per mettere in atto attività illecita" . Dagli accertamenti dell'indagine "uno scenario inquietate che conferma come i dati personali di migliaia di ignari cittadini sono diventati merce preziosa"

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