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Willy Monteiro, il testimone: "Il pestaggio? Tutto in 20 secondi. L'ambulanza in ritardo di mezz'ora, si poteva salvare?"

giovedì 17 settembre 2020

2' di lettura

Trenta minuti. E' il tempo che ci ha impiegato ad arrivare a Colleferro l'ambulanza chiamata per soccorrere Willy Monteiro Duarte, il 21enne di origini capoverdiane ucciso durante una rissa. A fare questa dichiarazione è un testimone oculare dell'uccisione che, dopo aver detto la sua versione agli inquirenti, ha rilasciato un'intervista a Fanpage.it. Stando al suo racconto, la zuffa sarebbe stata innescata da Francesco Belleggia, uno dei quattro indagati per omicidio volontario e unico ai domiciliari. Ma la situazione sarebbe degenerata solo dopo, con l'arrivo dei fratelli Marco e Gabriele Bianchi, ora in carcere a Rebibbia insieme al quarto arrestato Mario Pincarelli.

 

 

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"Dal suv (con cui sono arrivati i fratelli Bianchi per aiutare Belleggia) è sceso per primo Gabriele e ha sferrato un calcio a Willy, ce l'ho ancora impresso nella mente, Willy ha provato a rialzarsi, ma purtroppo ha preso un'altra botta ed è andato giù, con un cazzotto alla tempia. Poi c'è stata molta confusione", ha raccontato il testimone. Lui ha aggiunto anche che la rissa non è avvenuta in 20 minuti, come hanno riportato i giornali: "Tutto si è svolto in 20 secondi".

Infine il ritardo nei soccorsi. Il testimone ha spiegato che, mentre i fratelli Bianchi erano intenti a fuggire col suv, i ragazzi rimasti lì hanno chiamato il 118 per Willy, che era a terra e in fin di vita. "L'ambulanza sarà arrivata dopo 30 o 35 minuti. - ha continuato - Sono andato anche con un ragazzo al pronto soccorso per velocizzare il tutto, ma l'unica cosa che hanno fatto è chiamare la sicurezza dell'ospedale per farci uscire. Non vedendo arrivare nessuno abbiamo insistito, anche magari con un modo esagerato, perché sicuramente non eravamo in noi stessi".

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