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Coronavirus, funerali pronti per l'anziano morto a Foggia, ma lui è ancora vivo. Ospedale denunciato

lunedì 23 novembre 2020

2' di lettura

Era tutto pronto per i funerali del signor Fernando Cristiani, 86 anni, ricoverato in gravi condizioni a Foggia a causa del Covid-19. I familiari si erano preparati per salutarlo un'ultima volta. Ma poco prima del ritiro della salma da parte delle pompe funebri è arrivata una telefonata dall'ospedale Riuniti: "Il vostro caro è ancora in vita”, ha detto una dottoressa alla famiglia, dopo che la notte prima ne aveva comunicato il decesso. L'anziano era ospite della Rsa Fondazione Palena, dove a inizio novembre era scoppiato un focolaio: tutti i 70 ospiti più 28 tra gli operatori sanitari erano stati contagiati. Tra loro anche l’86enne, che era stato subito ricoverato a causa delle sue condizioni critiche. Da quel momento in poi, i familiari hanno ricevuto notizie sullo stato di salute di Cristiani solo attraverso una chat gestita dalla direttrice della struttura sanitaria. 

La triste notizia (non vera) era arrivata qualche giorno fa. Nella notte tra il 18 e il 19 novembre, verso le 2 e 45, ha squillato il telefono: “Dall’altra parte della cornetta sentivo solo una musichetta, tipo segreteria telefonica, nessuno rispondeva. Poi hanno riattaccato", ha raccontato la nuora dell'anziano a Repubblica Bari. Tuttavia, la mattina dopo sulla chat tutti hanno iniziato a fare le condoglianze alla famiglia: "A quel punto ho chiamato la direttrice della struttura che mi ha confermato del decesso”, ha continuato la signora. I familiari allora hanno contattato le onoranze funebri e fatto appendere in città i manifesti mortuari. Alle 15 era previsto il ritiro della salma al pronto soccorso. Ma poco prima l'ennesima telefonata. Era l’ospedale, che chiamava per comunicare ai parenti le condizioni di salute dell’anziano: grave, ma ancora vivo. La famiglia adesso ha presentato un esposto in Procura: “Vogliamo sapere chi è il colpevole di un gesto così meschino. Non è accettabile quello che abbiamo vissuto”.

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