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Live Barbara D'Urso, il bodyguard incastra Alberto Genovese? "Mi vergogno di aver lavorato in un posto così"

di Francesco Fredella lunedì 30 novembre 2020

2' di lettura

Spuntano messaggi tra la presunta vittima di Alberto Genovese e il braccio destro dell'imprenditore accusato di violenza sessuale. Al Live Non è la D'Urso su Canale 5 arriva una nuova testimonianza che lascia tutti senza fiato. Ma non è l’unico scoop: dalla D’Urso arriva un super testimone di quella terribile sera.

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Prima facciamo un passo indietro. Rewind. Il 10 ottobre alle ore 12 inizia una festa che andrà avanti per 24 ore. La location è la terrazza degli orrori nella casa dell’imprenditore Alberto Genovese, arrestato con accuse pesantissime di stupro e violenza su una 18enne che arriva alle 20.30 in quella casa. "Una bambola di pezza nelle sue mani”, come scrivono i giudici. Genovese diventa violento. Lei non vuole. Dice no per 27 volte, come si legge nell’ordinanza di arresto. La ragazza non  ha con sé il cellulare (requisito appena entra nella casa degli orrori). Le telecamere della casa di Genovese incastrano l’imprenditore. Una festa degli orrori. 


Live riesce ad avere i messaggi vocali tra Daniele Leali (un amico di Genovese che organizza quelle feste) e la vittima di Genovese. Lo scambio di messaggi è agghiacciante. La ragazza di 18 anni chiama Daniele Leali e dice: "Ho paura di chiunque, di mia madre. Questo trauma mi ha provocato ferite enormi". Ma Leali risponde pensando al lavoro: "Mi hanno licenziato (...) voglio che venga a galla la verità sulle feste. Ci volevamo divertire. E’ vero, girava la droga (...)". Insomma, Leali si preoccupa solo di difendere la propria posizione senza mostrare vicinanza a quella povera ragazza violentata per ore da un uomo in preda alla droga. Ma le telecamere di quella casa incastrano Genovese. Per fortuna.

Ma non è l’unico scoop di questo caso. Al Live arriva uno dei bodyguard di quella festa. Si chiama Diego, un energumero che per la prima volta ha prestato servizio a casa di Genovese. "Sono arrivato alle 16 e sono andato via la sera", dice appena arriva in studio. "Quando sono arrivato tutto tranquillo. Poi nel pomeriggio tardo, in serata, c’erano una trentina di donne e 7-8 ragazzi. C’era solo una coppia. Tutte ragazze giovani e belle”, continua il bodyguard. E sulla droga in quella casa: "Ho visto un piatto con polvere bianca in un altro luogo della casa e molti invitati andavano li. Ho visto Genovese intorno a mezzanotte (...). Poi basta", conclude l’uomo. "Mi vergogno di aver lavorato in posto del genere: ho due sorelle. E se fosse accaduto a loro?".

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