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AstraZeneca, il direttore dell'Aifa Magrini: "Open Days? Chi voleva capire ha capito". Morte di Camilla, sotto accusa Speranza?

sabato 12 giugno 2021

2' di lettura

Nicola Magrini aveva espresso dubbi già due settimane fa sull'opportunità di somministrare il vaccino AstraZeneca sotto i 60 anni. "Abbiamo consegnato il nostro parere alla Conferenza Stato-Regioni il 1 giugno - ricorda il direttore generale dell'Agenzia del farmaco - poi un altro analogo pochi giorni fa", spiega in una  intervista alla Stampa. "Con una rapida discesa della curva epidemiologica, con una riduzione dell'impatto della malattia, il rapporto tra rischi e benefici della vaccinazione con AstraZeneca è cambiato. Il rischio di eventi avversi rimane più o meno stabile fino a 60 anni, con il picco più alto nella fascia tra i 18 e i 25 anni, ma è elevato anche tra i 50 e i 59. Poi crolla dopo i 60 anni, quando invece aumentano nettamente i benefici. La raccomandazione, anche se solo per un uso in via preferenziale, c'era già. Ora il quadro è ulteriormente cambiato, perché abbiamo solo 30 nuovi casi ogni 100 mila abitanti e, soprattutto, un'ampia disponibilità degli altri vaccini: data la prevalenza di quelli a Rna, meglio usare quelli, in particolare per i giovani", chiarisce.

 Magrini parla anche del diverso atteggiamento delle Regioni: "Quella degli Open days è stata un'idea creativa, un'eccezione in alcune Regioni, che hanno così provato a dare maggiore spinta alla campagna vaccinale. C'è stata la comprensibile tendenza a usare tutti i vaccini a disposizione. Noto che la raccomandazione preesistente era già molto chiara, chi voleva capire ha capito. E noto un eccesso di protagonismo da parte delle Regioni". L'Aifa aveva chiesto il via libera per abbassare la soglia anagrafica di somministrazione preferenziale del vaccino AstraZeneca da 60 a 50 anni, "c'era questa aspettativa, dato che in altri Paesi europei il limite è stato posto anche a 55 anni. Ma il nostro parere come Aifa ha puntato a rafforzare quella raccomandazione, come adesso è avvenuto. Era evidente che si dovesse sottolineare meglio la preferibilità dei vaccini RNA, che non presentano gli stessi problemi di quelli a vettore virale. La politica vaccinale, però, non la fanno le agenzie regolatorie, ma le circolari del ministero", sentenzia Magrini. Ed è evidente, in questo passaggio, un chiaro riferimento a Roberto Speranza.

E i giovani che hanno fatto il vaccino AstraZeneca hanno corso rischi inutili? "Quando hanno fatto il vaccino, il bilancio tra i rischi e benefici era chiaramente favorevole. Ora, sotto i 60 anni, in un'analisi comparativa è meglio utilizzare Pfizer o Moderna. La tragedia che ha coinvolto Camilla? "L'orientamento era già chiaro. E poi su questa drammatica vicenda bisogna fare credo ulteriori approfondimenti, io non ho abbastanza elementi per giudicare. Certo, è fondamentale capire se la patologia di cui soffriva (piastrinopenia autoimmune, ndr) fosse nota o meno al momento dell'inoculazione del vaccino. Perché è chiaro che, se fosse stata un soggetto fragile, sarebbe stato raccomandato un vaccino a Rna", conclude Magrini.

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