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Green pass e obbligo vaccinale, il ricatto di Roberto Speranza: "Piedi per terra", fino a quando li vuole in vigore

L’abolizione del Green Pass e dell’obbligo vaccinale dai 50 anni in su non è all’ordine del giorno. È quanto emerge dall’intervento di Roberto Speranza a margine di un’iniziativa a Firenze: il ministro della Salute continua a battere sulla via della prudenza e quindi il 31 marzo cesserà lo stato di emergenza ma non la validità della certificazione verde.

 

 

A riguardo Speranza ha dichiarato che “dobbiamo valutare passo dopo passo. Proseguirà il confronto tra di noi nel governo e valuteremo la strada migliore: il percorso è ancora, per quanto mi riguarda, un percorso di fiducia che guarda a una fase nuova, ma di gradualità, perché questo è il metodo che ci siamo dati e finora ha portato a risultati che credo siano sotto gli occhi di tutti”. Risultati che in realtà sono un po’ “freddi” negli ultimi giorni: la situazione epidemiologica è assestata, ma i decessi continuano a rimanere tanti e soprattutto il tasso di positività è sempre attorno al 10%, segno che il virus circola ancora molto in Italia.

 

 

Quindi per il momento della fine del Green Pass non se ne parla, nonostante in tanti altri Paesi dove era stato adottato è già stato accantonato. “Dobbiamo continuare con atteggiamento di cautela e attenzione - ha ribadito Speranza - e penso che l’utilizzo delle mascherine nei luoghi chiusi sia ancora molto importante. Quindi fiducia, guardare avanti, ma con i piedi per terra e un passo alla volta”. Ma la fronda nel governo che spinge per l'abolizione del certificato verde a fine marzo, contestualmente alla fine dello stato d'emergenza, si fa sempre più cospicua. Il finale della storia, insomma, è ancora tutto da scrivere.