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P38, se la sinistra non si indigna per la band che esalta le Brigate Rosse: compagni, vergogna

P38

Serenella Bettin
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Ci sono vari modi per far parlare di sé. E non tutti scelgono quello nobile. La P38, per esempio, è una nuova band musicale che inneggia alle Br e all'omicidio di Aldo Moro. Il primo maggio per la Festa dell'Unità Comunista - esiste pure questa - si sono esibiti in un circolo Arci, al Tunnel di Reggio Emilia indossando un passamontagna sul palco. Talmente coraggiosi da metterci la faccia, si avvalgono di pseudonimi: Astore, Papà Dimitri, Jimmy Pentothal e Yung Stalin. «I membri provengono da tutta Italia- c'è scritto sulla loro pagina - e rimangono perlopiù anonimi». «A quanto pare il giorno è giunto - hanno scritto ieri su Facebook- il variopinto mondo del giornalismo italiano si è finalmente accorto di noi. Benvenuti; siete in ritardo, ma vi aspettavamo». Qual buon vento. E ancora: «Negli ultimi giorni hanno iniziato a girare numerosi articoli su di noi, articoli di penne indignate, sconvolte, scioccate. Non ci sembrava cortese né corretto non far valere il nostro diritto di replica, quindi eccoci qua».

Si definiscono "collettivo musicale artistico insurrezionale". O peggio mi sento "trapper brigatisti". Si firmano le Nuove Br. Tanto che il loro tour partito il 18 marzo da Roma si chiama Br Tour. Il brano che li rappresenta P38 - Nuove Br (Video ufficiale) è una serie di deliri tanto che per ascoltarlo mi sono dovuta chiudere in una stanza.

 

 

IL VIDEO - Bestemmie come se piovesse. "Polizia bang bang! Siamo le nuove Br, siamo le nuove Br. Morte al Pm, in banca copro la faccia. T' ammazzo poi abbraccio tua mamma. Siamo le nuove Br. Ah, con la mia tipa che giro l'Italia. La sco** forte se ammazzo una guardia". Guardando il video si vedono la statua di Indro Montanelli profanata, manganelli, poliziotti in tenuta antisommossa, teste spaccate, vetrine rotte, vetri in frantumi. Manco ci hanno speso soldi, riprendendo le pietose immagini di ribelli in piazza. Tre minuti e 34 secondi di inneggi alla violenza. "Io non lavoro in banca, meglio rapinare una banca. Spara al padrone di casa che ti fa pagare 300 una stanza". "Sparo alla Chiesa cattolica". "Giro travisato con i miei fratelli, rave sulla tomba di Montanelli. Facciamo balotta armata, anni di piombo a ogni mia serata. Sbocco sulle camionette, 20-20 come il 7-7. Zitto zitto pagano il riscatto, zitto zitto sei su un R4". Ma l'R4 è il simbolo degli anni di piombo. L'R4 è la Renault rossa dove venne ritrovato Aldo Moro il 9 maggio 1978.

Il suo cadavere era accartocciato dentro al bagagliaio, crivellato da 11 colpi esplosi da una mitraglietta Skorpion. Ucciso dalle Br. Sulla pagina Fb di questo nuovo gruppo P38 - La Gang che debutta su YouTube il 13 settembre 2020, spuntano il simbolo della stella a cinque punta e una vignetta che rappresenta il ritrovamento di Moro. In altre loro composizioni liriche inoltre si ode: "Cago sopra la Lega, sparo in testa a Matteo. Se poi muore mi sego, apro il vino e festeggio".

 

 

CHIUSURA - Il movimento "Reggio Emilia identitaria" ha chiesto la "chiusura del locale che ha permesso tale scempio nella totale mancanza di rispetto verso i familiari caduti per mano brigatista". Sul palco anche una bandiera delle Br. "Mi capita di sognare Aldo Moro- continuano nella loro "musica" - che mi chiede di pagare con i buoni del tesoro, io gli dico no. Lo uccido un'altra volta chiuso dentro una roulotte, il potere mangia merda nelle ville di Salò. Noi non siamo delinquenti, siamo comunisti, bisogna cambiare sistema. Rapire dei grandi industriali e farsi pagare il riscatto". In un Paese normale, dove ancora si dà la caccia ai fascisti morti e sepolti, questa forma d'arte come la chiamano loro andrebbe denunciata. "Quando si parla di arte - scrivono - e ancora più quando si parla di musica, è spesso la provocazione a scuotere gli animi... ed entrare nel cuore della gente". "Lo ammettiamo: siamo di sinistra. Comunisti, direbbe qualcuno. E siamo molto arrabbiati". "Vi consigliamo di non trattarci come una malattia, ma come un sintomo: alla fin fine, noi non siamo che uno sfogo". Non si capisce di chi.

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