Lo scandalo delle ginnaste sta assumendo dimensioni gigantesche. I casi delle ragazze costrette a sacrifici mostruosi nelle palestre specializzate sono addirittura 197. Le atlete, tutte adolescenti o quasi, erano obbligate dai loro cinici istruttori a digiuni massacranti e a compiere esercizi che avrebbero stroncato un cavallo.
Va detto, a parziale giustificazione degli allenatori oggi sotto inchiesta, che chiunque punti a disputare le Olimpiadi o i mondiali, qualsiasi disciplina pratichi va incontro a regimi alimentari e in genere fisici incredibilmente pesanti. I quali se sostenuti da persone adulte sono probabilmente sopportabili, dato che anche nello sport il fine giustifica gli sforzi. Ma se si tratta di fanciulle in fiore, non si capisce perché debbano soffrire in modo atroce per raggiungere traguardi importanti. Parliamo di giovinette di 13 o 14 anni, appena sviluppate o in procinto di esserlo, che non possono essere attrezzate a subire imposizioni pazzesche per distinguersi in gara.
Ecco perché sono scoppiate polemiche che hanno convinto le autorità in campo agonistico a indagare fino a che punto si possano indurre delle ragazze in verde età a massacrarsi per emergere. Esiste un limite a tutto, specialmente nello sfruttamento di corpi ancora in crescita. Ci domandiamo come sia possibile che solamente oggi le piccole atlete abbiano denunciato i loro istruttori cinici, i quali le sottoponevano a torture pur di ottenere prestazioni all'altezza delle attese tecniche delle società.
Ora che le inchieste sono partite ci aspettiamo si faccia luce su certi episodi che fanno venire i brividi: diete ferree, digiuni a iosa, esercizi bestiali, insostenibili per personcine ancora fragili. Un pensiero critico suscitano anche le famiglie, che non si rendevano conto dei sacrifici inumani cui erano sottoposte le loro rampolle. C'è voluta la forza di una bambina per scoperchiare un fenomeno tanto disgustoso. Strano che tanti papà e tante mamme fossero all'oscuro delle vere e proprie sevizie che sopportavano le loro figlie in fiore. Come facevano certi adulti a non percepire il disagio delle loro creature stroncate dalle prove che erano costrette a subire nella speranza di svettare in uno sport troppo impegnativo? Da notare che in campo maschile non si segnalano abusi gravi, tanto che gente come Nicola Bartolini e Jury Chechi hanno vinto di tutto e di più in questa disciplina spettacolare senza patire se non le fatiche di duri allenamenti.
Tutto ciò merita una spiegazione, anche per tranquillizzare i genitori che affidano i loro eredi nelle mani di maestri moralmente non sempre all'altezza. Confidiamo che le indagini vadano fino in fondo.