Il 59,4% degli autovelox fissi e il 67,2% di quelli mobili non sono in regola: si tratta di dispositivi che dispongono di decreti di approvazione antecedenti al 2017. per questo, come si legge su Italia Oggi, necessitano di un’omologazione ad hoc per essere in regola con i rilievi della Cassazione. Ora, in attesa del decreto del ministero dei Trasporti che regolamenta l’uso degli autovelox, gli apparecchi più datati dovranno essere spenti dai comuni.
L'operazione trasparenza è cominciata lo scorso 27 marzo quando il Mit, dopo aver sospeso il decreto in fase di trasmissione a Bruxelles, aveva invitato Anci e ministero dell’interno a effettuare una ricognizione degli apparecchi sul territorio nazionale così da accertare il numero dei dispositivi effettivamente utilizzati, verificare quelli non conformi alle regole di approvazione e capire l'impatto delle nuove norme di omologazione.
"Alla luce delle recenti sentenze della Corte di Cassazione sui requisiti di approvazione ed omologazione, l'accertamento del numero dei dispositivi effettivamente utilizzati e del relativo regime di approvazione rappresenta una condizione necessaria per poter riavviare il procedimento relativo all'adozione del decreto interministeriale sulle regole di omologazione”, aveva scritto il ministro dei Trasporti Matteo Salvini. L’Anci, quindi, ha risposto. Il presidente Gaetano Manfredi ha sottolineato come "la situazione di vuoto normativo, in un contesto in cui la velocità rimane tra le prime tre cause principali della mortalità in strada, sia non più procrastinabile”.