Il 17 giugno è iniziato a Milano l’incidente probatorio per il caso dell’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco nel 2007. L’attenzione si concentra sulla traccia 10, un’impronta sulla porta d’ingresso della villetta di via Pascoli, considerata dagli inquirenti la “firma” del killer. Gli esami hanno rivelato che non contiene sangue, ma materiale biologico da cui si tenterà di estrarre il DNA. Questa impronta,secondo i pm e secondo quanto riportato dal Messaggero, è centrale nella nuova inchiesta che vede indagato Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara, mentre Alberto Stasi, ex fidanzato, è stato condannato a 16 anni. L’assenza di sangue, confermata dal test Obti, ha sorpreso gli inquirenti, che ipotizzavano una mano sporca di sangue. Tuttavia, il materiale biologico potrebbe ancora fornire indizi cruciali: "È la firma dell'assassino", è l'ipotesi dei magistrati inquirenti.
L’incidente probatorio, guidato dai periti Denise Albani e Domenico Marchigiani, analizzerà anche il DNA sotto le unghie di Chiara e i rifiuti domestici, come yogurt e biscotti, per ricostruire la dinamica del delitto. Un’ipotesi suggestiva è che Chiara abbia fatto colazione con i suoi assassini, basata sull’analisi di tre sedie in cucina. L’impronta 97F, con sangue della vittima, e i tentativi di Chiara di afferrare il telefono aggiungono elementi alla tesi di una colluttazione. Le analisi proseguiranno il 19 giugno, con risultati attesi entro ottobre 2025, per chiarire se Sempio o altri siano coinvolti.