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Stop al cafonal-marino: io scappo in montagna

Una settimana al fresco, magari con qualche giorno di pioggia: chi dice che non sono ferie vere?
domenica 22 giugno 2025

3' di lettura

Come ogni anno, quando si avvicina il mese di luglio comincio a vivere nell’ansia. Vado dal barbiere, salernitano, che mi chiede: «Che caldo fa qui a Bergamo. Per fortuna fra un paio di settimane stacco e vado al mare. Lei doveva in vacanza?». Oppure c’è la verduraia, orobica ma accaldata come il campano, che si informa: «Noi chiudiamo ad agosto. Dove va al mare quest’anno?». E alla sommessa risposta: «Vado in montagna», entrambi ribattono: «Sì certo, ma poi andrà anche al mare, no?».

Una settimana al fresco, magari con qualche giorno di pioggia, si può fare però le ferie vere sono un’altra cosa. Che italiano sei se non vai in spiaggia? Qui, se fossi coraggioso, dovrei ribattere: «Non vado in spiaggia perché mi fa schifo. E poi nuoto come un ferro da stiro». Ma prevale la prudenza (dopo tutto il primo maneggia il rasoio nei pressi della mia giugulare e la seconda mi fornisce frutta e ortaggi facilmente adulterabili). Così lascio intendere che non ho ancora deciso.

Che invidia per chi come Jas Gawronski o Giorgio Armani non ha mai avuto remore a snobbare i soggiorni marini. La Cortina d’Ampezzo del primo e la Sankt Moritz del secondo sono mete speciali, simboli di una villeggiatura elegante e privilegiata. Basta evitare di andarci ad agosto perché altrimenti l’eleganza scompare nella folla di turisti. Ebbene sì, la vacanza montana, un tempo scelta secondaria rispetto alle spiagge o ai viaggi, complici le temperature medie in aumento sta diventando sempre più popolare. Per qualcuno anche troppo popolare. Tra giugno e settembre dello scorso anno, la quota di italiani che hanno scelto il Mediterraneo è calata dal 67% al 45% mentre i monti sono saliti dal 15% al 18% (bene anche laghi e campagna). Il Touring Club prevede per quest’anno il 44% in spiaggia, il 18% a scarpinare in salita e il 17% nelle città d’arte. In aumento anche i ricavi: l’anno scorso il giro d’affari estivo per la montagna è stato di 5,5 miliardi, con un aumento del 13,8% rispetto all’anno precedente. E il mercato immobiliare conferma l’andamento fortunato: gli appartamenti nei centri turistici maggiori si sono rivalutati molto più in alto che in basso, più nelle Dolomiti che sul Tirreno. È la rivincita degli scarponi.

Tanti grandi giornalisti aborrivano la sabbia tra le dita dei piedi: Montanelli, Buzzati, Feltri. Giorgio Bocca invece amava la montagna, il mare e la barca a vela. Ammirevole pragmatismo: ma del Provinciale mi attirava soprattutto la passione per lo sci di fondo; anche io un po’ lo pratico. Perché a dire la verità non posso nemmeno definirmi un vero amante della montagna. Ricordo una cronaca mondana di non pochi anni fa in cui si parlava della vacanza di Jas e delle sue vacanze con sveglie antelucane per partire verso «ferrate esclusive». Mi sono sempre chiesto come una “via ferrata” potesse essere esclusiva: magari l’accesso era a inviti? Resta il fatto che arrampicare, scalare picchi, dormire in rifugio e via faticando sono attività che non mi attirano. Per anni ho temuto di venire coinvolto da Filippo Facci nelle sue escursioni in montagna: altri colleghi, meno fortunati, vi sono stati trascinati (Andrea Scaglia e Fabrizio Biasin ne portano tuttora i segni).

Ma se Facci non mi ha mai preso in considerazione, nulla ho potuto con mia moglie, fanatica del programma “Monte Bianco – Sfida verticale” con Filippo e Simone Moro. Con lei non ho avuto scampo e qualche via ferrata e qualche percorso attrezzato me lo sono dovuto fare. Per chi non lo sapesse, la differenza fra la “via” e il “percorso” è nella verticalità. La prima è una scalata facilitata da corde fisse, pioli e staffe; il secondo è un sentiero i cui tratti impegnativi vengono resi accessibili dalle stesse attrezzature metalliche. Solo dove serve.

Con la gentile consorte come primo di cordata feci alcuni di questi “percorsi” e “vie” finché decidemmo di prendere una guida per fare il salto di qualità. Andai all’ufficio guide e chiesi al ragazzo tirolese alla reception: vede, io soffro di vertigini, cervicale e ho la pressione bassa. Che escursioni mi consiglia? «Torni a casa sul divano», mi disse. «Se vuole l’accompagno in auto». Fu così che scoprii la montagna che amo davvero: i prati verdi, i boschi, le mucche. Non so se più Segantini o Heidi.

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montagna
mare

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