E menomale che doveva essere l’Apocalisse... L’Oracolo Green non ne azzecca mezza: niente che ci sconvolga, sia chiaro, ma il responso del bollettino sulle ondate di calore stilato dal Ministero della Salute inchioda gli eco-ansiosi. Domani, tutte le 27 città attenzionate negli ultimi giorni, da nord a sud, avranno appiccicato il bollino verde: ovvero niente afa e temperature in linea con le medie stagionali, dunque con l’estate, periodo dell’anno in cui notoriamente non ci si infilano addosso cappello e sciarpa di lana. I deliri green sono in un vicolo cieco.
Già da ieri, a volerla dire tutta, visto che nessun capoluogo era in bollino rosso e solo cinque erano in giallo (Bari, Catania, Palermo, Messina, Reggio Calabria: tutte città del Mezzogiorno); oggi solo Catania sarà sotto la lente d’ingrandimento (in color giallo, ovvero uno stato di pre-allerta per una possibile ondata di calore). Domani, come detto, verde ovunque. Un notevole passo in avanti, considerato che non più tardi di venerdì scorso si era arrivati a venti città in “zona rossa”.
SORPRESA IN MONTAGNE
E pure per i catastrofisti dell’afa pure in montagna ci sono brutte notizie. La neve è tornata a fioccare sulle Alpi e lo zero termico solo oltre i 5.200 metri di quota è un lontano ricordo. Sopra i 2.300/2.400 metri ci si è svegliati immersi in una soffice coltre bianca: dalla Lombardia al Trentino-Alto Adige, fino al Friuli-Venezia Giulia. Qualche esempio: alla Capanna Margherita (4.500 metri), la temperatura è scesa fino a -15,8 gradi (laddove si erano raggiunti i +5,7); a Punta Helbronner (3.400 metri) si sono registrati i -16,4 gradi; al Pizzo Bernina (4.000 metri) -10,6; al Passo dello Stelvio (2.700 metri) -3; alle Tre Cime di Lavaredo (3.000) -3,9.
Evocative le immagini pubblicate dall’assessore alla Montagna di Regione Lombardia, Massimo Sertori, ha pubblicato sui social le foto del Rifugio Quinto Alpini, nel cuore della Val Zebrù, ricoperto di neve.
«In pieno luglio la montagna e la natura ci hanno regalato paesaggi favolosi e uno spettacolo fuori stagione», ha commentato.
Di più: come accade ogni anno, tra giugno e agosto, si verifica il solito picco di fulmini (centomila negli ultimi due giorni, la gran parte dei quali al nord). In Lombardia, giusto per fare un esempio, da sabato a domenica scorsi se ne sono contati la bellezza di 40mila (20mila solo domenica).
«Le temperature già in netto calo rispetto alle giornate scorse si porteranno su valori in linea o leggermente inferiori alla media climatologica 1991-2020. In pianura le massime non supereranno i 27-30 restituendo un clima decisamente più gradevole», spiegano da Arpa Lombardia.
ANCHE AL SUD
Anche al sud si tornerà a respirare. «Vedremo un abbassamento delle temperature anche al sud causato dall’intrusione di aria fredda che ha fatto arretrare l’anticiclone africano e sono attesi ancora temporali intensi e molto localizzati, che scaricheranno una quantità d’acqua molto elevata in zone limitate», ha detto all’Ansa Sante Laviola, ricercatore all’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche. E chissà cosa diranno ora quelli di Alleanza Verdi Sinistra, fieri del loro manifesto “Fa caldo, vero? La prossima volta vota ecologista”...
Per una bella rinfrescata, però, non c’è stato bisogno di attendere il 2027, ovvero le prossime Politiche, ma è bastato attendere fiduciosi. Il pianeta non si era rovesciato: l’Africa non aveva all’improvviso preso il posto dell’Europa. «Il tempo sta per scadere, bisogna scegliere da che parte stare», si leggeva a corredo della locandina lanciata dai rosso-verdi sui social. Allarmismo è dire poco. Il tempo, ovviamente, non è scaduto. Aspettiamo ora con trepidazione che Fratoianni e Bonelli si lamentino della pioggia e dei fulmini.
Domani, per fortuna, l’Italia torna tutta verde. Verde speranza, con la speranza - scusate la ripetizione - che i gretini di casa nostra la smettano di fare terrorismo climatico. Una volta per tutte.