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Milano, il fresco di luglio imbarazza i meteo-catastrofisti

Nessun "picco di 50°", anzi temperature sotto alla media degli ultimi 25 anni. Certo, il caso-meneghino è solo una goccia. Però che semina terrore dovrebbe riflettere
di Andrea Tempestini venerdì 1 agosto 2025

3' di lettura

Premessa metodologica: il metodo è empirico ed esclusivamente milanocentrico. Empirico perché ho semplicemente scandagliato gli archivi meteorologici e milanocentrico perché le temperature che ho annotato sono solo quelle di Milano. Eppure un certo grado di empirismo, in fin dei conti, lo si ravvisa anche in larghe frange d'informazione terroristicamente compiaciuta. Giusto due esempi di cui su queste pagine vi abbiamo dato conto: Repubblica che preconizzava «fiammate di 50°» (ma quando mai?), i «500 morti di caldo» (suvvia...). Due esempi che puntellano un contesto in cui il pensiero dominante converge sempre e soltanto verso la catastrofe climatica.

Ecco, il punto è che luglio è finito. Ieri a Milano di buon mattino faceva anche freschino. Così, dopo un sospiro di sollievo per il cataclisma schivato (almeno finora), mi ha punto vaghezza di contestualizzare con qualche cifra l’accaduto. Esclusa la giornata di ieri (i cui valori erano esattamente in linea), sotto la Madonnina la temperatura media di questo luglio 2025 è stata di 25,1° (i dati sono quelli delle stazioni meteorologiche, rilanciati dai principali portali dedicati alle previsioni del tempo). Poi ho sempre empiricamente messo a confronto il dato con quello degli anni precedenti e ho scoperto che nell’ultima decade c'è stato un solo luglio più fresco di quello appena concluso: era il 2021 e le temperature si assetarono a 24,6°. Nel 2022 la temperatura media fu di 28° e nel 2015° addirittura di 28,2°, roba che Repubblica avrebbe preconizzato “fiammate da 70°”, caribù scheletrici e autocombustioni di massa tra i poveri pensionati.

Dunque mi sono spinto qualche clic più in là, raccogliendo il dato di tutti i Duemila: le cifre suggeriscono che nel nuovo millennio ci sono stati sette mesi di luglio più miti di quello appena archiviato. Nel 2014 la temperatura media fu di 22,4°, nel 2011 di 23,2°, nel 2002 di 24,5°, nel 2001 di 24,7° e nel 2000 di 23,5°. Insomma faceva un bel caldo anche agli albori dei Duemila, con un luglio ruggente nel 2006 (26,9° di media), valori simili a quelli registrati nel 2003 e nel 2010 (rispettivamente 26,5° e 26,5°).

Le possibilità di scandagliare il passato climatico meneghino, al pari del resto d’Italia, si spingono fino al 1973, anno in cui inizia l’archivio storico dei dati meteorologici poiché nacque lo SCIA (Sistema di Censimento delle Immissioni Atmosferiche). Vero è che negli anni ’70 e fino al 1981 le temperature medie furono inferiori: il minimo si tocca nel 1980 con 21,3°, ma c’è anche un 1974 da 23,9° medi.
Eppure anche nel corso dei lontani anni ’90 ci furono un luglio da 26,2° (nel ’95) e uno da 26° tondi tondi (1994), oltre ai 25,2° del ’98 e i 25° del ’99. Facciamo una porcheria, calcoliamo la temperatura media del luglio milanese negli anni Novanta: fanno 24,3° gradi, non così lontani dai 25° di questo 2025.

Certo, non si può negare che le temperature dal 1973 ad oggi siano salite. Resta però il fatto che il luglio milanese appena archiviato si collochi sotto la media dell’ultimo quarto di secolo. Ovvio, una goccia nell’oceano meteorologico. Ma qui si torna alle premesse: l’empirismo di questo ragionamento è dichiarato in premessa, mentre chi quotidianamente parla di «fine imminente» ci inocula il concetto come se fosse una certezza. Alla luce dei dati, almeno qui a Milano, ci permettiamo di coltivare qualche dubbio.

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