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Meno male che il taser c'è

Un lettore di Libero parla di "ipocrisia" ma questo non è un gioco. E il fatto che le critiche arrivino solo da sinistra la dice lunga
di Fausto Carioti giovedì 21 agosto 2025

2' di lettura

Pubblichiamo la rubrica "Posta prioritaria": la lettera di Alessandro Gentili, lettore di Libero, e la risposta di Fausto Carioti:

Caro Carioti, quando in Italia si iniziava a parlare di taser, in un Paese estero dove era già in uso mi convinsi che si trattava di un giocattolo per bambini scemi. L’adozione del taser è, in estrema sintesi, una forma di ipocrisia inammissibile, perché vorrebbe giustificare il divieto assoluto, nei fatti, per gli agenti della forza pubblica, di usare le armi da fuoco contro i delinquenti. Ma constato che il taser uccide esattamente come le armi da fuoco e non evita agli sventurati agenti l’odioso e demenziale atto dovuto, che era e rimane un atto voluto, anch’esso evidentemente finalizzato a tutelare violenti e criminali. A che gioco stiamo giocando? 
Alessandro Gentili

Caro signor Gentili, non c’è nessun gioco. L’articolo scritto su Libero di ieri da Francesco Storace lo spiega in modo esemplare. Non è un caso che le voci contrarie all’uso del taser arrivino tutte da sinistra: sono quelle di chi vorrebbe le nostre forze dell’ordine inermi e disarmate. Anche per questo, evitiamo di dire che il taser uccide esattamente come le armi da fuoco: perché così diamo ragione a quella sinistra, e soprattutto perché non è vero. Faldoni di studi e statistiche fatti negli ultimi decenni negli Stati Uniti confermano ciò che già dice il buonsenso. Con il taser, che si può usare in un maggior numero di situazioni rispetto alle armi da fuoco, il numero dei feriti è sceso grandemente sia tra i sospetti (-50% a Orlando e -30% ad Austin, ad esempio) che tra gli agenti (-60% e 25%). Stessa cosa in Italia, come spiegano i sindacati di Polizia, che infatti lo difendono: «Il taser ha ridotto in maniera esponenziale il numero di feriti e dei conflitti». E ogni sospetto ferito o ucciso dagli agenti che si riesce a evitare è un peso in meno - anche sulla coscienza - dell’uomo in divisa. Il taser è imperfetto come tutti gli strumenti creati dall’uomo, ma è meglio dell’alternativa. Post scriptum. Per quanto odiosa sia l’indagine ai danni del poliziotto che spara e uccide l’aggressore, non farla significherebbe dare a un agente il potere di uccidere impunemente chiunque, incluso l’amante della moglie. Giusto aprire l’indagine e chiuderla subito ogni volta in cui i fatti parlano chiaro, cioè quasi sempre.

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