Il nome (anzi, il soprannome) fa subito Vittorio Gassman: lì, su quell’indimenticabile Lancia Aurelia B24, con Jean-Louis Trintignant seduto a fianco, una delle immagini in bianco e nero più iconiche della storia del cinema degli anni Sessanta. Epperò no, non siamo in una pellicola di Dino Risi: siamo ad Acquappesa, nel Cosentino calabro, neanche 2mila anime e un “sorprassometro” già in attività da qualche giorno. Alla vista sembra un autovelox, diciamo che è un suo cugino tecnologico: tecnicamente si chiama Sv3, è un dispositivo che pizzica chi al volante si lancia in manovre azzardate esta già facendo discutere parecchio.
Passo indietro: no, il concetto del “sorpassometro” non è una novità di questa calda estate del 2025, per la verità (seppure con una tecnologia nettamente meno precisa) i primi esperimenti in questo senso risalgono al 2004, però sì, il sistema più moderno di Sv3 è agli albori del suo utilizzo e, adesso, sulla Ss18 di Acquappessa, conviene non fare tanto gli spericolati. Funziona con una serie si sensori sull’asfalto e grazie a una telecamera ad alta definizione, la quale è in grado di registrare video anche di quindici secondi: che messa così, d’accordo, sembra una bazzecola, ma poi, davanti al giudice di pace, con la busta blu della multa in mano, hai voglia a provare a fartela levare. Son tanti, sono sufficienti quindici secondi per incamerare una prova oggettiva e inconfutabile di una zizagata azzardata sulla carreggiata.
I sensori non li vedi (almeno, non li vedi a occhio nudo): si chiamano “induttivi” e, appunto, sono in grado di percepire la variazione del campo magnetico che viene generata da un’auto di passaggio. In poche parole, tu t’accorgi di zero, ma loro capiscono (e lo fanno in maniera puntuale) quando, come e in che modo invadi la corsia opposta al tuo senso di marcia. E in quell’esatto, preciso, istante attivano l’occhio elettronico che ti immortala. Non con una fotografia, che servirebbe a ben poco, bensì con quei (benedetti) quindici secondi che permetteranno a chi dovere di capire se c’erano le condizioni, se c’era la sicurezza, se c’era la possibilità di sorpassare tranquillamente l’apecar che va un po’ troppo lenta. Lui, tra l’altro, il “sorpassometro” non si limita a filmare: raccoglie i dati e le immagini e li invia alle autorità che, prima di notificare una sanzione devono per forza passarla a un vaglio “umano” (che è garanzia sia per gli automobilisti che per i vigili urbani, le tecnologie da sole bastano mai). È un sistema rodato, “intelligente”, ma che non può essere applicato a qualsiasi strada indiscriminatamente.
Tanto per cominciare l’impiego del “sorpassometro” è stato autorizzato solo per le strade che hanno il limite massimo di velocità a 90 chilometri orari. In secondo luogo non è il solo parametro da tenere in considerazione, per poterlo implementare occorre anche che il tratto prescelto sia considerato ad alto rischio e che, per questo motivo, sia intervenuta un’autorizzazione da parte del prefetto. Insomma, automobilista avvisato mezzo salvato, però non è così facile con Sv3.
È più facile, semmai, una volta ottenuto il via libera, scovare i furbetti del sorpasso spericolato i quali, a questo punto, rischiano sul serio una multa e, laddove ci siano gli estremi per la guida contromano, anche la sospensione della licenza di guida fino a tre mesi. L’ammontare della sanzione non è univoco: va da 42 a 173 euro nei centri urbani (dove è possibile incappare anche nel decurtamento di due punti sulla patente), arriva fino a 345 euro sulle strade extraurbane (qui lo sfalcio dei punti è fino a tre) e, se il sorpasso viene fatto in un punto considerato altamente pericoloso, per esempio in prossimità di un dosso odi una curva, l’esborso può toccare i 666 euro (con la conseguente sospensione della patente fino a tre mesi e uno stralcio di dieci punti).
Ad Acquappessa il “sorpassometro” l’ha voluto fortemente il sindaco Francesco Tripicchio e l’ha introdotto («La strumentazione è dotata di tutte le autorizzazioni necessarie, da quelle ministeriali a quelle prefettizie e dell’Anas», ha ricordato lui stesso) per una semplice ragione: quella dell’incolumità degli utenti della strada che è, e deve restare, l’unica vera priorità degli amministratori. Non a caso lì il dispositivo è stato attivato il 4 di agosto, meno di un mese fa, in concomitanza coi passaggi per le ferie.