A oltre sei anni dalla notte di luglio 2019, iniziata al Billionaire di Porto Cervo e culminata nell'appartamento di Beppe Grillo a Cala Volpe, il Tribunale di Tempio Pausania ha emesso il verdetto nel processo per stupro contro Ciro Grillo, figlio del fondatore M5S, e i suoi amici Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria. I quattro genovesi, allora ventenni, sono stati ritenuti responsabili di aver violentato una studentessa 19enne, conosciuta durante una vacanza in Costa Smeralda.Alle 18:30 del 20 giugno 2025, il collegio presieduto da Marco Contu (con a latere Marcella Pinna e Alessandro Cossu) ha inflitto 8 anni di reclusione a Grillo, Capitta e Lauria, e 6 anni e 6 mesi a Corsiglia.
Tutti restano liberi in attesa di appello e, verosimilmente, Cassazione: l'esecuzione della pena scatterà solo con condanna definitiva. Il dibattimento, durato oltre tre anni, si è chiuso stamattina con le controrepliche dei difensori: Alessandro Vaccaro (per Lauria), Antonella Cuccureddu (per Corsiglia) e Mariano Mameli (per Capitta) hanno insistito sull'inattendibilità della vittima.
Ma i giudici hanno accolto la tesi dell'accusa, sostenuta dal procuratore Gregorio Capasso e dalla giovane (assistita da Giulia Bongiorno e Dario Romano).Ricostruiti due stupri distinti: il primo da Corsiglia, iniziato in camera e proseguito sotto la doccia; il secondo, di gruppo, dopo aver somministrato alla 19enne un "beverone" a base di vodka, che l'ha resa semi-cosciente. "Sentivo le voci di tutti e quattro", ha testimoniato lei in sei udienze drammatiche, tra pianti e interruzioni. Tra gli episodi, un'ulteriore accusa: foto e video osceni di Grillo e amici accanto all'amica coetanea della vittima (assistita da Vinicio Nardo e Fiammetta Di Stefano), sorpresa a dormire ignara.