C'è anche il super boss Pino Piromalli, il famigerato "Facciazza" tra i 26 arresti nell'operazione contro la 'ndrangheta condotta dai carabinieri del Ros, svolta con il supporto dei Comandi Provinciali Carabinieri territorialmente competenti in varie località italiane.
L'operazione Res Tauro di questa mattina sta dando esecuzione a una misura cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della locale Procura della Repubblica - Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 26 soggetti indagati a vario titolo di associazione di tipo mafioso, estorsione, riciclaggio, autoriciclaggio, detenzione illegale di armi e munizioni, turbata libertà degli incanti, favoreggiamento personale, trasferimento fraudolento di valori, aggravati dal metodo mafioso, nonché di reati in materia di armi. Le indagini sono state dirette dalla Procura della Repubblica-Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria.
Il ruolo di Giuseppe Piromalli, storico boss al centro delle indagini dell'operazione Res Tauro, secondo gli inquirenti sarebbe ancora centrale nonostante gli 80 anni già compiuti da "Facciazza": riconquistata la libertà dopo ventidue anni di detenzione, Piromalli aveva fin da subito compreso che doveva avviare un'opera di restauro della cosca con un progetto di recupero delle vecchie regole di 'ndrangheta e assumendo la posizione di comando.
La sua intraprendenza criminale non era stata minimamente usurata dalla lunga detenzione. Scarcerato nel 2021, aveva "riscritto "le dinamiche criminali interne al sodalizio che, grazie all'opera di ricomponimento del boss è tornato a essere una delle cosche più temibili e autorevoli della 'ndrangheta. Cosca che lui amava definire "sta tigre che è Gioia Tauro". Lo avrebbe fatto, secondo gli inquirenti, attuando un progetto di recupero delle vecchie regole di 'ndrangheta e tornando a essere, come ammetteva lui stesso in una intercettazione, "il padrone di Gioia".