Il solito Vippaio si mette in agitazione per Gaza, anche se con numeri ridotti. La mobilitazione – con discreto esercizio di violenze – che ieri ha visto protagonisti centri sociali ed estremisti vari nelle più diverse città, ha riguardato anche qualche limitata celebrità che doveva far parlare di sé. Tra presenze dirette alle varie manifestazioni e semplice firma in calce a questo o quell’appello, il mondo della spettacolo è tornato a recitare la sua parte. Fra qualche giorno sarà l’anniversario del 7 ottobre, chissà se qualche eroi in celluloide farà mostra di sé.
I POST IN VETRINA
Insomma, cantanti e attori non hanno disdegnato quello che è stato definito lo sciopero per Gaza, facendo sentire il loro allarme democratico persino con semplici post sui social. La più coraggiosa di tutti, Ambra Angiolini, ha postato una storia all’inizio del corteo milanese. Si è dimenticata le immagini degli incidenti. Non poteva mancare Vasco Rossi, anche lui si è rivolto a Instagram per segnalare la sua indignazione. E ha postato un disegno di Antonio Federico con due bambini, uno in spalla all’altro, il più giovane che chiede “Noi siamo bambini, fratello?” e l’altro che risponde “Non lo so”. E sotto ha scritto «22 settembre. Sciopero per Gaza». E poi la morale: «Sembra che il profitto, la violenza e il potere siano diventati la cosa più importante- dice la voce di Vasco- In questo periodo in cui sembra che la vita non conti più niente noi celebriamo la vita in tutte le sue forme». Ma anche Fabio Volo, Paolo Sorrentino, Katia Follesa, fra gli altri, hanno dedicato un pensiero a Gaza.
Ops, tutti costoro hanno pure dimenticato gli ostaggi in mano ad Hamas. Oggi toccherà al premio Nobel per la Fisica, Giorgio Parisi, manifestare la sua posizione filopalestinese nell’assemblea romana della rete No Bavaglio. A Trieste, che poi è la sua città, si è sentita la voce della cantante Elisa: pure lei tra i manifestanti che hanno bloccato l'accesso al Porto al Varco IV del Molo VII di Trieste, e poi hanno raggiunto in corteo piazza Libertà. Con una bandiera della Palestina, Elisa alla Tgr Fvg della Rai ha detto «è un dovere essere qui, non si può accettare un genocidio, non è possibile». Dopo la presa di posizione alla Mostra del Cinema di Venezia, con l’appello firmato da centinaia di star per tagliare i ponti dell’industria dell’intrattenimento con Israele, un gruppo di attori e attrici italiani tornano insomma a manifestare in solidarietà con i palestinesi. L’obiettivo della giornata di sciopero, indetta dai sindacati di base, era quello di “bloccare tutto” per denunciare il massacro della popolazione civile in corso a Gaza e richiamare l’attenzione del governo sulla questione palestinese. Non essendoci produzioni in corso, i nostri attori non dovrebbero aver subito conseguenze dall’agitazione...
LA FICTION
Al corteo nella Capitale, che ha preso il via davanti alla stazione Termini con molte migliaia di partecipanti, si è unita una folta rappresentanza del cast di Doc - Nelle tue mani, serie Rai di successo. Fra loro Matilde Gioli, Pierpaolo Spollon, Marco Rossetti, Giovanni Scifoni, Laura Cravedi, e Elisa D’Eusanio. Attori e attrici hanno scelto di marciare di fianco a Medici senza frontiere, per mostrare solidarietà a figure professionali che interpretano sullo schermo, ma che rischiano la vita tutti i giorni per assistere la popolazione di Gaza. «Pochi giorni fa è morto il tredicesimo operatore di Medici Senza Frontiere e loro continuano a stare lì – ha spiegato Giovanni Scifoni Io questo lo trovo un atto di poesia, oltre che un atto di coraggio e di grande grande forza». «Siamo qui a sostegno dei medici che sono morti - aggiunge Elisa D’Eusanio- Interpretando dei medici nella fiction non possiamo non connetterci empaticamente ai medici veri che scendono in campo e sacrificano la loro vita». «Siamo qui perché bisogna avere il coraggio di prendere una posizione - le fa eco Matilde Gioli Non si può rimanere fermi inermi e sperare che passi, bisogna prendere coraggio e dire no alla violenza, no al genocidio di un popolo, e manifestare, alzare la voce è l’unica è l’unica arma che abbiamo in questo momento, quindi siamo qui per questo».
Il vippaio è mobilitato, ora arriva la pace. Agli ostaggi in mano ad Hamas ci penseranno più in là.