CATEGORIE

Trentino, la crudeltà di colpire i cuccioli: orsetto ucciso e scuoiato

Orrore in Trentino: sarebbe stata una persona esperta, si pensa a un bracconiere. Il racconto di un atto inaudito
di Luca Puccini sabato 27 settembre 2025

4' di lettura

«Chi ha gettato quei resti non è certamente un buontempone, semmai è un delinquente». Non usa mezzi termini Ivana Sandri, che è la presidente della sezione trentina dell’Enpa (l’Ente nazionale per la protezione degli animali) ed è una che il suo ruolo lo prende seriamente. Borgo d’Anaunia, paesotto di 2.500 persone nella Val di Non. Giovedì mattina. È iniziato l’autunno, le temperature si sono abbassate, lì la quota è quasi di mille metri. Nella frazioncina di Fondo, però, proprio all’interno di uno di quei parchetti cittadini di provincia, lo scivolo, l’altalena, i giochi per i più piccini, gli operai che stanno facendo la manutenzione del verde notano un fagotto marroncino. Non si tratta di un gubbino dimenticato e, non bastasse, è posizionato in bella vista: difficile pensare che qualcuno l’abbia scordato o che qualche animale selvatico lo abbia abbandonato alla bisogna.

Quella è la pelle scuoiata di un piccolo cucciolo di orso, è adagiata, il resto del corpo manca, c’è solo la pelliccia appallottolata e lasciata alla mercé del tempo. L’orsetto barbaramente ucciso (chi sia stato non lo sappiamo ancora, l’ipotesi che sembra più accreditata è quella di qualche bracconiere spietato) aveva al massimo un anno e mezzo, era in buona salute: nella zona, che è nei pressi di un camposanto, non ci sono nemmeno le telecamere di sorveglianza.

Sono gli agenti della polizia locale dell’Alta Val di Non a intervenire per primi, ma sono i forestali trentini a recuperare quella carcassa e a attivare i prelievi dei campioni biologici che verranno inviati all’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie per cercare di capire e operare i dovuti approfondimenti. Chi ha potuto constatare coi propri occhi, tuttavia, di dubbi ne ha pochi: le incisioni sotto la cute dell’orsetto sono probabilmente state lasciate da un coltello da caccia (oppure da un oggetto molto simile), chi le ha lasciate sapeva il fatto suo, non era un novellino, anzi aveva una certa dimestichezza nello scuoiamento.

Ora le forze dell’ordine procederanno in due direzioni parallele: da una parte è già aperta l’indagine della forestale, dall’altra anche la procura di Trento, con ogni probabilità, istituirà un fascicolo per il reato di uccisione di animale (reato che, per altro, è stato inasprito con la recente legge in materia). L’Aidaa, l’Associazione italiana a difesa degli animali e dell’ambiente, ha già annunciato, non a caso, l’intenzione di presentare un esposto perché «potrebbe essere un macabro avvertimento, la scelta di far ritrovare la pelle a pochi passi dal cimitero tinge di cupo tutta la vicenda».

Sono due anni, più o meno da quando Andrea Papi, il 26enne di Caldes, è stato ucciso dall’orda Ji4 nell’aprile del 2023 mentre faceva sport in montagna, che in Trentino si registra un aumento del numero degli animali rinvenuti e morti. Non sempre si è tratta di bracconieri, in alcuni casi la loro responsabilità è stata accertata e in altri no (condanne definitive non ne sono ancora arrivate) e l’elenco degli episodi è abbastanza corposo. Ci sono i due cacciatori finiti a processo per aver abbattuto (illegalmente) l’orsa F36 a settembre del 2023; c’è il cadavere dell’orso Mj5 scoperto qualche mese dopo (e ucciso anche lui a fucilate); c’è la tragica fine fatta da M44 nel settembre del 2024; e ci sono i resti di un’orsa adulta scoperti da un paio di escursionisti qualche settimana fa. In base alla legge numero 82 del 6 giugno scorso che ha inasprito le pene per chi si macchia di reati contro gli animali, se si arrivasse a scoprire chi effettivamente ha ucciso e scuoiato il piccolo orso di Borgo d’Anaunia, l’eventuale applicazione dell’articolo 544 bis del Codice penale potrebbe rientrare nel nuovo comma che recita: «Se il fatto è commesso adoperando sevizie o prolungando volutamente le sofferenze dell’animale, la pena della reclusione (che di base, nei casi di crudeltà o di mancata necessità, va dai sei mesi ai tre annidi carcere, ndr) è da uno a quattro anni e la multa da 10mila a 60mila euro».

«Tutto quello che abbiamo per ora», spiega Daniele Graziadei, ossia il sindaco di Borgo d’Anaunia, «fa pensare a un atto di bracconaggio. Una provocazione deplorevole. Chi la lasciato la pelle voleva che fosse trovata». Tra l’altro, piccolo particolare che così piccolo non è, nel suo Comune grossi problemi con questi grandi carnivori non ne sono mai stati segnalati: «C’è stato qualche avvistamento», ammette, «ma non attacchi o incontri ravvicinati».

«Siamo difronte a una escalation molto preoccupante», rincara invece Sandri, «e che richiede un’azione urgente e decisa da parte delle istituzioni. Sul bracconaggio e sulle intimidazioni non si può scherzare: si è verosimilmente di fronte a un atto con nessuna pietà dimostrata verso un cucciolo di orso, seguito da un atto intimidatorio, con nessuna pietà verso dei piccoli umani, che mirava evidentemente a lanciare un messaggio minaccioso rivolto alla comunità».

tag
trentino
orso

In Trentino la prima funivia al mondo per il trasporto delle mele

Subito identificato Trentino, fugge all'alt in Bmw e rischia di investire l'agente: denunciato 15enne

Annunci di lavoro Paolo Cappuccio, lo chef stellato nella bufera: "Niente comunisti, disagiati e con problemi di orientamento sessuale"

Ti potrebbero interessare

In Trentino la prima funivia al mondo per il trasporto delle mele

Trentino, fugge all'alt in Bmw e rischia di investire l'agente: denunciato 15enne

Paolo Cappuccio, lo chef stellato nella bufera: "Niente comunisti, disagiati e con problemi di orientamento sessuale"

Trento, il consigliere del Pd: "Il turismo porta povertà"