Negli stessi giorni in cui a Garlasco si apre un nuovo dirompente filone d'inchiesta, con l'ipotesi di un giro di corruzione che coinvolgerebbe l’ex pm Mario Venditti – lo stesso magistrato che nel 2017 dispose l’archiviazione per Andrea Sempio – arriva una svolta che potrebbe davvero cambiare il caso. Il dna trovato sotto le unghie di Chiara Poggi viene ora ritenuto valido per i confronti, e questa prospettiva spaventa lo stesso Sempio: quella traccia biologica rischia di trasformarsi nella prova che può cambiare il corso del caso.
L’annuncio, che come spiega Repubblica è passato quasi sotto silenzio, è arrivato venerdì dal genetista Marzio Capra, consulente storico della famiglia Poggi. "Per questa analisi sul dna dei margini ungueali dovremo effettuare tutti gli eventuali confronti", ha dichiarato all’uscita dal Tribunale di Pavia.
Parole che hanno trovato immediata eco nell’avvocato Francesco Compagna, difensore di Marco Poggi: "Quel dna non era attribuibile, non c'era nessun elemento, ci sono dei dati probatori reali. Stiamo dando l'impressione agli italiani che non esistono le scienze forensi, che ognuno può fare una relazione e metterla lì".
Sarà la perita Denise Albani a occuparsi del nuovo esame, chiesto con insistenza dai familiari di Chiara fin dai processi d’appello bis contro Alberto Stasi, e che invece dal 2014 in poi era stato sempre bloccato. Ora il confronto tra il profilo genetico rimasto sulle unghie della vittima, uccisa il 13 agosto 2007 nella villetta di via Pascoli, e quello di Andrea Sempio diventa realtà.