Era stato richiesto un controllo sui conti bancari delle gemelle Cappa - più celebri come "Gemelle K" – ma quell’accertamento, alla fine, non è mai stato eseguito. Perché? È questa la domanda che ci si pone alla luce di quanto è emerso: i loro nomi erano comparsi per poi sparire dagli atti della Guardia di Finanza. Un cambio di rotta che lascia spazio a ipotesi e dubbi, anche perché l'inchiesta è quella sul delitto di Garlasco, ossia uno dei casi con più ombre nella storia della cronaca nera italiana.
Tutto parte da un documento interno del Gico di Brescia, datato 30 luglio. In quell’annotazione la Guardia di Finanza di Pavia segnalava la necessità di effettuare “mirati accertamenti bancari” su 18 persone nell’ambito dell’indagine che, a vario titolo, ha lambito anche la figura di Andrea Sempio, amico di Chiara Poggi, la giovane assassinata nell'ormai lontanissimo 2007. Tra i nomi indicati figuravano anche quelli delle gemelle Cappa, cugine della vittima, e del giudice Fabio Lambertucci, lo stesso gip che nel 2017 aveva accolto la richiesta di archiviazione per Sempio.
Poi, improvvisamente, qualcosa cambia. Il 4 settembre, in una successiva comunicazione della Finanza che riporta l’esito dei controlli bancari, la lista si accorcia: restano solo 11 nominativi. Ci sono l’ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti, la famiglia Sempio e l’avvocato Massimo Lovati. Ma dei Cappa e di Lambertucci non c’è più traccia. Nessun riferimento, nessuna spiegazione formale.
Le ipotesi non mancano. La più plausibile è che la Procura abbia deciso di non procedere con gli accertamenti perché i soggetti in questione non erano formalmente indagati. Una scelta tecnica, quindi, ma che non cancella l’interrogativo: se la richiesta iniziale era stata avanzata, perché revocarla in un secondo momento? E chi prese quella decisione?