Una strage annunciata quella di Castel D'Azzano? A riascoltarle oggi le parole di Maria Luisa Ramponi il sospetto c'è. La 59enne, ritenuta responsabile assieme ai due fratelli dell'esplosione del casolare in cui hanno perso la vita tre carabinieri, lo scorso anno diceva: "Con mio fratello lottiamo da cinque anni per avere giustizia. Ci hanno portato via tutta l'azienda agricola e adesso la casa. Volevano fare lo sgombero, ci siamo opposti in tutti i modi. Abbiamo riempito la casa di gas per riuscire a lottare". Il video di Telenuovo risale al novembre del 2024, quando i fratelli Ramponi minacciarono di far saltare in aria l'azienda agricola.
Secondo le ultime informazioni, la donna avrebbe lanciato la molotov che nella notte tra lunedì 13 e martedì 14 ottobre ha scatenato l'esplosione nel casolare. Una tragedia che era invece stata scongiurata poco meno di un anno fa, quando le minacce dei fratelli non si trasformarono in realtà. In quell'occasione i fratelli salirono sul tetto con delle bottiglie molotov minacciando di darsi fuoco per impedire lo sgombero del casolare e riempiendo la casa di gas.
Un'altra volta Maria Luisa Ramponi minacciò di darsi fuoco cospargendosi con dell'amuchina. Nel settembre precedente venne invece minacciato l'avvocato delegato alla vendita del casolare e dei campi pignorati dalla banca e mandati all'asta. Il caso nasce da un mutuo contratto da uno dei fratelli che però ha sempre dichiarato la sua firma come falsa. La vicenda dell'esecuzione immobiliare va avanti da circa sei anni. I fratelli avevano già visto andare all'asta prima l'azienda agricola e poi i terreni. Era rimasto solo il casolare dove abitavano che era già stato venduto ma mai finora sgomberato.