Un video che mostra gli ultimi istanti di Andrea Prospero, immagini depositate oggi, giovedì 23 ottobre, in Tribunale a Perugia. Quel video, considerato "elemento probatorio significativo", potrebbe chiarire se il 19enne fosse davvero solo nel monolocale dove è stato trovato senza vita lo scorso gennaio. Mentre il filmato veniva acquisito agli atti, il giudice per l’udienza preliminare ha respinto la richiesta di patteggiamento presentata dalla difesa di Emiliano Volpe, il ragazzo romano di 18 anni accusato di istigazione al suicidio.
L’autopsia aveva stabilito che Andrea era morto per un’overdose di farmaci, acquistati con una ricetta falsa trovata online. Secondo le indagini, poco prima di ingerire le pastiglie, il giovane aveva chattato su Telegram con l’imputato. In quella conversazione, già nota agli inquirenti, emergono frasi agghiaccianti: "Mangia tutte e 7 le pasticche e basta". Quando Andrea scrive di non farcela, l’altro replica: “Ce la puoi fare, vai, ammazzati”. L’ultimo messaggio di Prospero è una richiesta disperata: “Dammi più incoraggiamento”. Ma la risposta è brutale: “Non ho voglia, chittesenc**é. Se vuoi ammazzarti, ammazzati e zitto. Senza fare storie”. Poi il silenzio. Il corpo sarebbe stato ritrovato soltanto sei giorni dopo.
Il giudice ha giudicato troppo bassa la richiesta della pena - due anni e mezzo - e ha fissato una nuova udienza per il prossimo 6 novembre. "Si tratta di elementi probatori significativi che potranno chiarire se vi fossero altre persone nella stanza al momento del decesso", ha spiegato l’avvocato Francesco Mangano, legale della famiglia insieme a Carlo Pacelli. "Andrea poteva essere salvato. Sarebbe bastato chiamare un’ambulanza. Invece il corpo è stato trovato sei giorni dopo. L’imputato non ha mai mostrato pietà o cordoglio e si è persino sottratto ai domiciliari", ha aggiunto.
La famiglia Prospero si è costituita parte civile. "La famiglia è soddisfatta perché il giudice ha accolto tutte le nostre eccezioni e contestazioni, il nostro grido di dolore e la richiesta di giustizia", hanno dichiarato i legali. "Il quanto del risarcimento non è il punto centrale. Quello che interessa a questi genitori e a questi fratelli è avere giustizia per la morte di Andrea".