Spedizione punitiva del capo dei maranza a Torino. Siamo a Barriera di Milano, una delle zone più difficili del capoluogo piemontese. Il quartiere è il regno di Don Alì - 24enne di origini marocchine -, noto sui social per alcune sue bravate ai limiti del consentito, ma che lo hanno reso popolare tra i suoi coetanei. "Ci è stato riferito che hai alzato le mani a un bambino. A nostro nipote, che frequenta la sua scuola", ha detto il capo dei maranzi in un video postato su Instagram. Con questa accusa - usata sfacciatamente come pretesto - lui e altri ragazzi hanno accerchiato e intimidito un maestro elementare, che si trovava vicino alla sua scuola insieme alla figlia di soli tre anni.
L'insegnante, come si capisce dalla clip sui social, è parso visibilmente impaurito e non ha saputo rispondere alle accuse dei maranza. Don Alì e suoi, a quel punto, lo hanno avvertito che se avesse ripetuto quei - presunti - atteggiamenti - lo avrebbero fatto "sparire dalla faccia della terra" E ancora: "Se torna a casa ancora una volta con una lacrima non saranno più parole, saranno fatti. Ma fatti quelli veri".
La vittima ha querelato i maranza e la Procura ha aperto un fascicolo. E subito dopo è arrivata anche la solidarietà della sua scuola: "Conoscete tutti il maestro Gianni - scrivono le Suore - offendere la sua serietà professionale equivale a offendere questa Scuola”. Perciò quando ci sarà un processo l'Istituto, confermano gli avvocati, si costituirà parte civile. “Ferito, infangato” - hanno scritto ancora nella nota le Suore - dal video dell'influencer che con senso di impunità ha preso di mira l'insegnante in un video, senza risparmiare neppure la figlioletta di 3 anni che era con lui".