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"Non si affitta agli eterosessuali" ma se avessero escluso degli stranieri...

La cultura woke ci ha abituato ai cortocircuiti mentali e morali. Non è un caso: essendo la forma contemporanea dell’ideologia e del mito, essa per principio non fa i conti con la realtà e quindi cade facilmente in contraddizione
di Corrado Oconedomenica 9 novembre 2025
"Non si affitta agli eterosessuali" ma se avessero escluso degli stranieri...

3' di lettura

La cultura woke ci ha abituato ai cortocircuiti mentali e morali. Non è un caso: essendo la forma contemporanea dell’ideologia e del mito, essa per principio non fa i conti con la realtà e quindi cade facilmente in contraddizione. Finendo, quasi sempre, per escludere e discriminare proprio in nome della cosiddetta “inclusività” e della non discriminazione. L’ultimo esempio ci arriva da Roma, ove un recente annuncio di affitto è stato pubblicato su Facebook e ci ha fatto sapere che «la casa non ammette ragazzi etero perché ci sono delle ragazze e quindi la scelta ricadrà su una ragazza o un ragazzo gay». Il motivo? «La presenza di un ragazzo etero non farebbe stare a proprio agio» i componenti, ragazze o appartenenti alla comunità LGBTQ+.

Un tempo, quando i social non ancora esistevano ma l’immigrazione interna raggiungeva il suo punto di massima, non era raro trovare sulle porte di abitazioni nelle città del Nord Italia cartelli che, dopo il classico “Affittasi”, specificavano che non si volevano «napoletani» o «meridionali». Così come oggi che l’immigrazione viene soprattutto da paesi lontani ogni tanto si ha notizia di cartelli che vietano l’affitto a persone di colore o, ad esempio, di provenienza africana. Sono episodi sempre più ridotti per due motivi, di cui il primo riconducibile alla cultura liberale ed il secondo a quella woke, che liberale proprio non è. Il liberale, infatti, sa bene che le persone si giudicano per i loro comportamenti e sulla capacità di rispetto per l’altro che mostrano.

Generalizzare non è perciò giusto, anche se è spiegabile psicologicamente l’automatismo mentale (il pre-giudizio) che porta a identificare con culture altre e confliggenti con la nostra chi viene da luoghi lontani o appartiene ad altre etnie. Un “razzismo inconscio” dopo tutto innocuo perché superato facilmente con la riflessione. Vero e proprio razzismo è invece quello di chi giudica gli individui per gruppi omogenei e riduce le diversità etico-culturali individuali a diversità biologiche, e quindi anche di genere sessuale.

Un vero e proprio razzismo su basi naturalistiche che oggi prospera, per una sorta di paradosso, proprio in chi ragiona come l’autore del post. Un razzismo opposto nel contenuto rispetto a quello di un tempo, ma pur sempre razzismo, ove la parte delle vittime la fanno questa volta gli eterosessuali, “colpevoli” a prescindere. Che sia così è evidente sol che si provi a immaginare un attimo quel che sarebbe accaduto se fosse stato pubblicato un annuncio che vietava l’affitto di un appartamento a persone gay o LGBTQ+ perché questo avrebbe messo a disagio gli altri coinquilini, tutti etero. Le accuse di maschilismo e di omo o transfobia si sarebbero sprecate, giornalisti e opinionisti à la page avrebbero alzato il loro ditino accusatore, gli autori del post sarebbero stati identificati ed esclusi da ogni consesso sociale e forse ci sarebbe stata pure qualche interrogazione parlamentare. In questo caso, invece, indifferenza o addirittura comprensione. Il fatto poi che il post si chiuda con un invito a non commentare «perché neanche vi leggo», la dice lunga sull’intolleranza e l’incapacità di dialogo dei wokisti. C’è infine un ulteriore elemento da considerare, dirimente: giusta o non giusta che sia, ci piaccia o meno ogni discriminazione, ognuno con la sua abitazione dovrebbe poter fare quel che crede o più gli aggrada. Anche questo è un sano principio liberale, purtroppo oggi ignorato.