Passano le edizioni, ma le diatribe non se ne vanno mai. A “Più libri più liberi” quest’anno - dopo le controversie, di dodici mesi fa, sul caso delle violenze perpetrate dal filosofo Leonardo Caffo nei confronti dell’ex compagna- è stata la volta di “Passaggio al Bosco”. La casa editrice fiorentina ha visto scagliarsi contro di lei il moloch dell’intellighenzia antifascista. Un tentativo goffo di mettere alla berlina l’editore toscano capace di generare una pubblicità senza precedenti. Per questo abbiamo incontrato Marco Scatarzi, il deus ex machina di “Passaggio al Bosco”, mentre le luci della fiera spengono il loro fragore.
Con lui ci siamo addentrati in questi cinque giorni di passione.
Scatarzi, la prima volta a “Più libri più liberi” non si scorda mai...
«Pensi che abbiamo fatto domanda per sei anni di fila, ma è sempre stata scartata. Anche quest’anno non dovevamo partecipare, ma a settembre siamo stati ripescati».
Come mai?
«Molti editori di sinistra non hanno voluto partecipare a questa edizione pervia della polemica su Caffo, maturata lo scorso anno, e così non hanno rinnovato il loro spazio. Chi contesta la nostra presenza aveva già deciso di non partecipare alla rassegna. Il cortocircuito, quindi, creatosi è generato da questi stessi editori. E se siamo qui è perché loro non sono stati presenti fisicamente».
Avete risvegliato l’antifascismo militante che vi accusa di essere nazisti...
«A chi ci muove questa accusa rispondiamo mostrando il nostro vasto catalogo composto da oltre 300 titoli.Cerchiamo di offrire ai nostri lettori le chiavi di volta per affrontare e trattare il pluriverso del pensiero di destra. E lo facciamo in tutte le sue sfumature. La nostra è una divulgazione culturale identitaria».
Leggendo sul vostro sito troviamo i nomi, tra i tanti,di Ted Kaczynski e Carlos Marighella che ci sembrano tutto meno che afferenti al nazionalsocialismo...
«Seguiamo una sola regola: pubblichiamo ciò che può essere ritenuto interessante e al di là degli schemi. Come per esempio Piccolo manuale della guerriglia urbana del comunista Marighella. Le dirò di più stiamo lavorando a un testo sulla guerriglia urbana cubana».
Occhio che poi vi etichettano come comunisti...
«A quel punto nessuno potrebbe chiedere la nostra esclusione da “Più libri più liberi”.
Jünger, Céline, Drieu La Rochelle, Evola: sono numerosi gli scrittori pubblicati che hanno fatto storcere il naso a sinistra...
«Molti degli autori del famigerato pantheon di destra che ci contestano sono nomi della letteratura stampati da grandi case editrici. Testi venduti senza particolari problemi, mentre invece ora contestano il nostro operato».
L’appello, firmato da 80 intellettuali di sinistra, contro di voi pone l’accento sull’articolo 24 del regolamento della fiera. Ovvero il rispetto della Costituzione e della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europa...
«Noi svolgiamo un’attività editoriale che ovviamente non ha nulla di eversivo e illegale».
Arriviamo a Zerocalcare. Il fumettista dice che dietro di voi c’è una chiara operazione governativa...
«L’unica operazione politica andata in scena alla fiera è stata la contestazione organizzata nei nostri riguardi. “Passaggio al Bosco”, lo ribadisco, raccoglie centinaia di autori delle più disparate esperienze il cui scopo è quello di divulgare contenuti di ordine culturale».
Diciamo che Zerocalcare vi ha regalato parecchia pubblicità...
«Parliamo certamente di un grande autogoal. Un autogoal che ha donato alle nostre edizioni una vetrina che ci permetterà di fare un sensibile salto di qualità. Lo ringrazio sentitamente per la pubblicità che ci ha fatto».
L’antifascismo, in questo scenario, non sembra passarsela benissimo...
«Siamo davanti a uno psicodramma collettivo che attesta gli ultimi colpi di coda di un’egemonia culturale in fase finale. La sinistra è allo stadio terminale».
Cosa l’ha colpita maggiormente della contestazione?
«Mi hanno colpito le centinaia di persone di sinistra che sono venute allo stand a comprare le nostre pubblicazioni. Molti mi hanno parlato della loro stanchezza davanti a questo clima intimidatorio che tiene sotto sequestro la cultura».
All’improvviso avete incassato anche le parole di Roberto Saviano. Lo scrittore partenopeo avversa le logiche del capitalismo e dice che «non si deve mai avere paura del confronto...».
«È stato intellettualmente onesto e ha colto il grande controsenso di questi censori coi conti a cinque zeri».
Prima di lasciarci emerge ancora la disputa sull’egemonia culturale. Qual è la sua visione sul tema...
«Hanno fatto tutto da soli. Si sono prima organizzati e poi divisi, ma della loro egemonia culturale è rimasto solo il business. Vogliono imporci cosa pensare, ma soprattutto cosa scrivere e cosa leggere».
Quando la fiera finisce e il silenzio trionfa Passaggio al Bosco diffonde un comunicato che racchiude l’essenza di queste giornate.
«Esistere è combattere quel che mi nega”, queste le parole con cui Scatarzi e soci salutano le dispute di “Più libri più liberi”, nella speranza domani di essere veramente svincolati dai ricatti dell’antifascismo.