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Lavoro: Osservatorio PoliMi, smart working è cambiamento inarrestabile

di AdnKronos giovedì 31 ottobre 2019

2' di lettura

Milano, 30 ott. (Labitalia) - “Lo smart working non è solo una moda, è un cambiamento che risponde alle esigenze delle persone, delle organizzazioni e della società nel suo complesso, e come tale è un fenomeno inarrestabile. La dinamica con cui sta crescendo nel nostro Paese, tuttavia, non è abbastanza veloce". Lo afferma Mariano Corso, responsabile scientifico dell’Osservatorio Smart Working, commentando i risultati della ricerca dell'Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano, presentata oggi al Campus Bovisa, a Milano. "In realtà importanti per l’economia del nostro sistema Paese come pmi e Pa la diffusione dello smart working non è ancora sufficiente. Questo limita la portata del contributo che lo smart working può dare per rendere più moderno il mercato del lavoro, le imprese e le Pa più competitive e attrattive e le nostre città più inclusive e sostenibili", avverte. "Per le Pa, in particolare, è necessario un rapido cambio di passo - prosegue - soprattutto per non perdere l’opportunità di migliorare la motivazione delle proprie persone e per attrarre nuovi talenti, soprattutto in relazione alla necessità di sostituire circa il 15% del personale nei prossimi 3-4 anni”. “Per praticare davvero lo smart working, occorre superare l’associazione che sia solo lavoro da remoto, ma interpretarlo come un percorso di trasformazione dell’organizzazione e della modalità di vivere il lavoro da parte delle persone", aggiunge Fiorella Crespi, direttore dell’Osservatorio Smart Working. "Sono ancora poche le organizzazioni che lo interpretano come una progettualità completa, che passa anche dal ripensamento degli spazi e da un nuovo modo di lavorare basato sulla fiducia e la collaborazione. Agire sulla flessibilità, responsabilizzazione e autonomia delle persone significa trasformare i lavoratori da ‘dipendenti’ orientati e valutati in base al tempo di lavoro svolto a ‘professionisti responsabili’ focalizzati e valutati in base ai risultati ottenuti", spiega. "Fare smart working a un livello più profondo significa fare un ulteriore passo oltre, lavorando sull’attitudine e i comportamenti delle persone promuovendo un pieno engagement per far sì che i lavoratori diventino veri e propri ‘imprenditori’ con un’attitudine all’innovazione e alla creatività”, conclude.

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