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Il meteorologo, 'studio e passione per fare buone previsioni'

di AdnKronos mercoledì 31 luglio 2019

3' di lettura

Roma, 29 lug. (Labitalia) - "La meteorologia è una cosa seria, se la volete fare bene, ma studiate". A dirlo, in un'intervista all'Adnkronos/Labitalia, Francesco Laurenzi, colonnello dell’Aeronautica militare e noto meteorologo televisivo. "La meteorologia - ammette - ha un grande fascino; se si va su un motore di ricerca on line e si digita 'weather' o 'meteo' si trovano 13 miliardi di riferimenti. La meteorologia è seguita da tutti e il mezzo che l'ha resa così diffusa e alla portata di tutti è il cellulare, le applicazioni, il pc. Ormai la 'fanno' tutti e appassionati davvero tutto". "Certo - sottolinea Laurenzi - per fare meteorologia ci vuole passione e tanto coraggio per fare le previsioni del tempo, soprattutto a 5-7 giorni. Tutti vorrebbero sapere cosa ci riserva il futuro e un po' di futuro noi riusciamo anche a conoscerlo con le previsioni del tempo". "Però - avverte - anche se faccio il tifo per gli appassionati stiamo parlando di una scienza che ha bisogno di uno studio. E' una cosa seria: non bisogna allertare fuori luogo le persone, non bisogna essere 'sensazonalistici' nei titoli. La meteorologia va presa seriamente e se ci metto qualcosa di mio che non sia proprio scientifico, dovuto alla studio, si rischia di fare qualche cosa di non bello. Per fare il meteorologo, ci vogliono anni di studio e pazienza, è un lavoro che si apprende giorno dopo giorno". "Per diventare meteorologi - spiega - ci vogliono anni e anni di apprendimento. La meteorologia si apprende vedendo e seguendo i meteorologi. Più esperti. E’ una sorta di arte da bottega dove il maestro insegna agli allievi come se fossero una sorta di discepoli. Non si è meteorologi autoproclamandosi sul web. Questa è la meteorologia che ho appreso, fatta disegnando le alte e basse pressioni sulle carte meteorologiche, formulando le previsioni e aspettando che queste si verifichino. Adesso ci sono i computer, una specie di mega robot che ti dicono se e dove piove ma che ti tolgono quella dolce e sottile arte della percezione, quell’attenta analisi che viene dall’osservazione del cielo, delle sue nuvole e dei suoi tramonti". E chi ha alle spalle anni di studio ed esperienza non rimane stupefatto dalla grandine, trombe d'aria e caldo africano che imperversano nel nostro Paese. "Il maltempo - afferma il colonnello - in questa estate non è mancato e possiamo dire che 'l'uomo ci mette del suo'. Stiamo parlando dell'effetto serra: un fenomeno naturale che serve alla natura a far aumentare la temperatura della terra quando, ad esempio, dal sole arriva meno calore e meno energia. Oppure il contrario: quando ne arriva troppo l'effetto serra fa in modo tale che diminuendo espelle più energia e, quindi, la temperatura della Terra rimane costante". "L'uomo - ripete Laurenzi - ci mette del suo: perché quando c'è il riscaldamento avvengono questi fenomeni estremi. Il riscaldamento è energia, l'atmosfera è una sorta di grande macchina che serve a ridistribuire il calore-energia. Lo ridistribuisce dalle zone dove ne arriva tanto a zone dove ne arriva poco. Questa si chiama la circolazione generale dell'atmosfera; quando qualcosa non funziona perché c'è troppa energia ecco che si inceppa anche questo meccanismo delle alte e delle basse pressioni e delle perturbazioni. Noi stiamo vivendo qualcosa che somiglia al clima del Nord Africa. Per ben due vole e non mancherà la terza, saremo vittime dell'anticiclone africano, il che non è una cosa del tutto normale. Ma con pazienza e analisi riusciamo a prevederla e, magari, a contrastarla". Parola di meteorologo doc.

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