C'è anche un video a inchiodare Bujar Fandaj, l'uomo di origine kosovare in carcere per l'omicidio di Vanessa Ballan, uccisa a Riese Pio X, in provincia di Treviso tra quelli che gli inquirenti definiscono "plurimi, univoci e gravi indizi di colpevolezza". È quanto è emerso dalle indagini avviate dai Carabinieri del Comando Provinciale di Treviso sotto la direzione della locale Procura della Repubblica.
I carabinieri hanno infatti analizzato alcuni frame video dove si vede un uomo, con abiti simili a quelli sequestrati all'indagato al momento del fermo e con corporatura compatibile, che viene ripreso dalle telecamere di una vicina abitazione mentre, nella tarda mattinata del 19 dicembre, giorno dell'omicidio, si aggira nei pressi dell'abitazione della vittima quindi getta all'interno del giardino una borsa scura (la stessa poi sequestrata dai militari dell'Arma, contenente attrezzi da lavoro) e poi scavalca la recinzione della villetta.
Sul luogo del delitto è stato poi trovato un martello recante la scritta "7 color" che fa capo all'indagato, con il quale il presunto assassino avrebbe rotto il vetro di una porta finestra per poi irrompere nell'abitazione. Il martello è stato sequestrato. I carabinieri hanno trovato anche un coltello, con manico di legno e lama da 20 cm nel lavello della cucina parzialmente lavato e anch'esso sottoposto a sequestro. Il coltello è identico a un altro ritrovato nella borsa degli attrezzi e della stessa serie di quelli poi ritrovati in casa di Bujar Fandaj.
Ecco l'anticipazione di Camera con Vista, il programma di Alexander Jakhnagiev in onda su La7 Domenica 1 Giugno alle 09.40. Prodotto da Agenzia Vista. 'Il conformista', il Fantasma, gli acchiappafantasmi, Trump e i fantasmi, Musk, la Guerra in Gaza e tanto altro ancora. In replica Lunedì e Martedì alle 01.40.
Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev
Due testimoni oculari e le immagini dei sistemi di videosorveglianza della zona "accusano" il 37enne posteggiatore abusivo, originario dello Zimbabwe, come autore dell'omicidio di Santo Re, il pasticcere trentenne del noto bar Quaranta nel lungomare Ognina di Catania. È quanto si legge in una nota della Questura che ricostruisce il delitto. L'indagato, quando è stato bloccato da agenti delle Volanti, aveva i vestiti e le mani sporche di sangue. I poliziotti lo hanno fermato, contenuto, perquisito e condotto in Questura. Durante le fasi dell'arresto e successivamente nella sede delle Volanti il 37enne ha pronunciato "frasi disconnesse e senza senso, riferendo il nome della vittima farneticando".
Le autorità ucraine hanno ordinato ai residenti di lasciare altri 11 insediamenti del distretto di Sumy, data la costante minaccia alla loro vita causata dai bombardamenti di Mosca, riferisce Ukraïnska pravda. "Esorto i residenti a non ritardare la decisione di evacuare. Rimanere in una zona di pericolo costante è una minaccia diretta per la tua vita e la tua salute", ha affermato l'amministrazione militare della regione. Secondo quanto riporta il media ucraino, sono saliti a 213 gli insediamenti della regione di Sumy da cui i residenti sono stati evacuati.
È stato arrestato dalla polizia con l'accusa di omicidio aggravato il parcheggiatore abusivo, un 37enne originario dello Zimbabwe, che ieri avrebbe ucciso con diverse coltellate un uomo di 31 anni al culmine di una lite in piazza Mancini Battaglia a Catania. L'aggressore era stato bloccato dalla polizia e arrestato in flagranza di reato. Aveva ancora i vestiti e le mani sporche di sangue. Gli agenti hanno acquisito tutte le immagini delle telecamere della zona per ricostruire la dinamica. A quanto pare, vittima e presunto assassino si conoscevano e, dalle testimonianze raccolte a caldo, la vittima non pagava proprio perché lavorava davanti al parcheggio. Trovata anche l’arma del delitto: un coltello da cucina di grosse dimensioni, sporco di sangue.