Nell'attacco al porto militare di Feodosia del 26 dicembre condotto dall'aviazione tattica ucraina è stata distrutta la grande nave da sbarco russa Novocherkassk e un'altra imbarcazione della flotta militare russa al momento non identificata. I dettagli dell'accaduto, l'importanza delle grandi navi da sbarco per l'esercito russo, la vera causa dell'enorme esplosione nel porto di Feodosiya e le stime sulle perdite della flotta russa negli ultimi mesi.
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La Polizia di Stato di Latina a conclusione di una rapida attività investigativa, diretta e coordinata dalla Procura della Repubblica di Latina ha eseguito quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip di Latina, nei confronti di altrettanti soggetti, indiziati di essere gli autori di una sparatoria avvenuta a Fondi nella notte tra il 14 e il 15 maggio scorsi. Si tratta di tre uomini e una donna, tutti pregiudicati, un 34enne originario di Caserta, un 38enne originario di Napoli, un 44enne originario di Roma, e una donna, 33enne originaria della provincia di Roma, tutti domiciliati a Fondi. Gli elementi emersi dalle indagini condotte dalla Squadra Mobile di Latina e dal Commissariato di P.S. di Fondi, hanno consentito agli inquirenti di ipotizzare la responsabilità dei soggetti per tentato omicidio premeditato in concorso, con riferimento all'agguato avvenuto nei pressi di un locale nella zona del palazzetto dello sport di Fondi, quando erano stati esplosi diversi colpi di arma da fuoco ad altezza d'uomo diretti contro un 40enne, noto pregiudicato locale. La vittima, colpita solo alla gamba, aveva riportato gravi lesioni ma era riuscita a scappare nascondendosi nei paraggi, scampando così ai suoi aggressori che avevano continuato a cercarlo. Gli investigatori della Squadra Mobile hanno rintracciato tre dei quattro indagati, che erano finiti in carcere in esecuzione delle misure emesse, mentre uno dei presunti responsabili, destinatario anch'esso della misura cautelare, era rimasto latitante. Da quel momento è iniziata la caccia all'uomo che si è conclusa questa mattina con la cattura del latitante a seguito di un rocambolesco tentativo di fuga. Inseguito dagli agenti mentre si trovava in auto accompagnato dalla moglie, l'uomo ha dapprima speronato la macchina condotta dai poliziotti facendola finire in un fossato e poi scaraventato la donna, tra l'altro incinta, fuori dall'abitacolo, continuando la sua corsa da solo finché non è stato bloccato.
Migliaia di persone sono arrivate al centro commemorativo di Srebrenica in Bosnia giovedì, alla vigilia della sepoltura di altre sette vittime del massacro, nel trentesimo anniversario dell'unico genocidio riconosciuto in Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale. I manifestanti sono partiti per il loro viaggio all’inizio della settimana, ripercorrendo al contrario il percorso intrapreso da uomini e ragazzi del gruppo etnico bosniaco, prevalentemente musulmano, che furono uccisi mentre fuggivano dalle forze serbo-bosniache durante la guerra interetnica del Paese nel 1995. Più di 8.000 uomini e ragazzi furono giustiziati in pochi giorni dopo che i combattenti serbo-bosniaci invasero la piccola città della Bosnia orientale durante gli ultimi mesi della guerra interetnica nel paese balcanico. I loro corpi furono gettati in fosse comuni intorno a Srebrenica e successivamente seppelliti più volte per nascondere le prove dei crimini. I resti vengono ancora riesumati e sepolti ogni anno l'11 luglio, anniversario dell'inizio degli omicidi. Le sette vittime che saranno sepolte venerdì nel cimitero vicino a Srebrenica sono state identificate di recente dopo essere state recuperate in luoghi diversi negli ultimi anni.
La luna piena di luglio, o “Buck Moon”, ha illuminato nella notte di giovedì il Tempio di Poseidone a Capo Sounion, in Grecia, risalente a 2.500 anni fa. La luna ha creato uno scenario suggestivo sopra le antiche rovine. Il tempio si affaccia sul Mar Egeo e un tempo era un importante sito religioso e strategico. Il luogo, famoso per i suoi tramonti e il suo significato storico, continua ad attirare ammiratori.
"Potremmo prenderla a ridere, però poi ci rifletti un attimo e la voglia di sorridere ti passa": il direttore editoriale di Libero, Daniele Capezzone, lo ha detto a proposito della protesta organizzata dai Pro Pal contro le redazioni di Libero e Il Giornale. "Non è una bella cosa che degli editori vengano presentati come dei bersagli, non è una bella cosa che le firme, i direttori, gli opinionisti, i volti di quelli che stanno in questi giornali vengano presentati come nemici", ha aggiunto Capezzone. Che infine ha posto una domanda: "Voi ve lo immaginate se la metà della metà della metà di queste cose fossero capitate davanti a un quotidiano progressista da parte di militanti di destra? Si sarebbe gridato allo squadrismo, all'intimidazione della stampa libera".