Matteo Renzi non usa giri di parole e mette nel mirino il Pd mentre in aula, al Senato, si vota per l'abolizione dell'abuso d'ufficio. L'ex premier non ha mai nascosto di essere favorevole a questo provvedimento voluto dal centrodestra e così punge i dem: "In questa Aula è bene che risuoni la voce dei tanti amministratori del Pd che da anni chiedono che queste norme siano cambiate e rese al passo con i tempi, perché amministratori del Pd, sindaci, assessori del Pd da anni chiedono al Pd di cambiare le norme sull’abuso di ufficio e sul traffico di influenze". Ma "in questa Aula il Pd ha scelto di sostenere le tesi di Scarpinato", così amministratori, sindaci ed assessori "hanno una risposta politica alle loro richieste, peccato che non da parte della loro parte politica". Parole che pesano e con cui i dem dovranno fare i conti.
E ancora: "Il senatore Bazoli io me lo ricordo che aveva posizioni politiche ben diverse da Scarpinato nella segreteria che io guidavo. È legittimo che abbiate scelto di stare dalla parte di Scarpinato ma non che ci veniate a dire qui che le posizioni dei sindaci del Pd qui non contano". Poi Renzi ha aggiunto: "Se però ritenete che le posizioni dei sindaci Pd non abbiano diritto di cittadinanza in questa Aula, allora io mi assumo la responsabilità politica di portare in questa Aula la voce dei sindaci del Pd che chiedono l’abolizione dell’abuso di ufficio e del traffico di influenze. Tornate in voi e lasciate la caccia ai grillini!".
“Ero oggi in piazza San Pietro per il primo Regina Coeli di Leone XIV ma lo ero da credente non da segretario della Lega. Ho apprezzato che il papa oggi abbia fatto gli auguri alle mamme, usando proprio questo termine anziché come vorrebbe qualcuno della sinistra genitore 1 e genitore 2”. Lo ha detto Matteo Salvini a margine della scuola di formazione della Lega a Roma. "Anche le parole hanno un peso, sono emozionato che il Conclave abbia scelto una figura autorevole"
Papa Leone XIV si è affacciato dalla Loggia delle benedizioni di San Pietro per il suo primo Regina Coeli e ha ricordato "l’immane tragedia della Seconda della seconda guerra mondiale, terminata 80 anni fa, l’8 maggio". Il pontefice ha quindi rivolto un accorato appello per la pace nel mondo: "Nell’odierno scenario drammatico di una terza guerra mondiale a pezzi, mi rivolgo anche io ai grandi della terra: Mai più la guerra", le parole di Prevost.
Il presidente russo Vladimir Putin ha proposto di riavviare i colloqui diretti con l’Ucraina a Istanbul il 15 maggio, “senza precondizioni”. L’offerta è arrivata in risposta alle pressioni esercitate da parte dell’Ucraina e dei suoi alleati, che hanno chiesto a Mosca di accettare un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni. Putin ha fatto riferimento ai colloqui di pace falliti del 2022, tenutisi a Istanbul nel primo mese dell’invasione su larga scala da parte di Mosca, proponendone la ripresa senza condizioni preliminari, in dichiarazioni rilasciate ai giornalisti nelle prime ore di domenica. "Nonostante tutto, proponiamo alle autorità di Kyiv di riprendere i negoziati che hanno interrotto alla fine del 2022. Di riprendere i negoziati diretti, e sottolineo, senza alcuna precondizione. Proponiamo di iniziare senza indugio giovedì prossimo, 15 maggio, a Istanbul, dove si sono già svolti in precedenza e dove sono stati interrotti" ha detto.
Domenica, gli albanesi si sono recati alle urne per le elezioni generali: seggi aperti di prima mattina. Il primo ministro Edi Rama punta a ottenere un quarto mandato, dopo una campagna elettorale accesa incentrata soprattutto sull’impegnativo percorso del Paese verso l’adesione all’Unione Europea. Il principale sfidante di Rama è Sali Berisha. Berisha, ex presidente e primo ministro, guida il Partito Democratico d’Albania di orientamento conservatore fin dalla sua fondazione nel 1990, anno in cui le proteste studentesche segnarono la fine dell’isolamento comunista. Nel Paese, che conta 2,8 milioni di abitanti, sono 3,7 milioni gli aventi diritto al voto, includendo per la prima volta anche la diaspora, che ha potuto esprimere la propria preferenza per posta. Gli elettori sono chiamati a eleggere 140 deputati per un mandato di quattro anni, scegliendo tra 2.046 candidati appartenenti a 11 schieramenti politici, inclusi tre coalizioni.