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Caso Regeni, ecco il video girato dagli 007 egiziani a insaputa di Giulio

venerdì 21 giugno 2024
1' di lettura

Un video, girato all'insaputa di Giulio Regeni da uno 007 che aveva posizionato una telecamera nascosta sulla camicia del sindacalista che doveva incontrare il ricercatore, è stato mostrato nell'aula bunker di Rebibbia durante l'udienza del processo per la sua morte. Le immagini risalgono al 7 gennaio del 2016, pochi giorni prima del sequestro e dell'omicidio del giovane, e mostrano l'incontro tra Giulio e il rappresentate del sindacato degli ambulanti del Cairo, Said Abdallah.

Nel dialogo, ripreso all'insaputa di Giulio, Abdallah chiede insistentemente notizie sulla sua attività e, in particolare, sul progetto finanziato dalla fondazione britannica Antipode e sul suo ruolo.

Il passaggio del dialogo considerato più importante è quello in cui Abdallah dice: "Cosa sarebbe questa proposta, non capisco di cosa si tratta. L’unica cosa che capisco è che ci sono 10 mila sterline. Bisogna stare attenti per non finire in galera".

Nei minuti successivi, Giulio risponde che il denaro potrebbe essere "investito in qualche progetto, qualsiasi progetto non governativo ma affidato ai privati. Voglio che il sindacato possa tirare fuori dei guadagni e io sono Egitto solo per la ricerca". Subito dopo, il sindacalista Abdallah chiama uno degli agenti segreti, imputati nel processo e gli sussurra: "Ho parlato con il ragazzo, ho paura che il video potrebbe cancellarsi, ditemi cosa devo fare. Vengo da voi".

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Papa Leone XIV, l'omelia del Pontefice: "Chiesa apra le braccia al mondo"

“Fratelli, sorelle, questa è l’ora dell’amore. La carità di Dio che ci rende fratelli tra di noi è il cuore del Vangelo e, con il mio predecessore Leone XIII, oggi possiamo chiederci: se questo criterio ‘prevalesse nel mondo, non cesserebbe subito ogni dissidio e non tornerebbe forse la pace? (Rerum novarum, ndr). Con la luce e la forza dello Spirito Santo, costruiamo una Chiesa fondata sull’amore di Dio e segno di unità, una Chiesa missionaria, che apre le braccia al mondo, che annuncia la Parola, che si lascia inquietare dalla storia, e che diventa lievito di concordia per l’umanità. Insieme, come unico popolo, come fratelli tutti, camminiamo incontro a Dio e amiamoci a vicenda tra di noi”. Lo ha detto Papa Leone XIV nell’omelia della messa di inizio Pontificato.

Papa Leone XIV: "Scelto senza alcun merito, vengo a voi come fratello"

“Sono stato scelto senza alcun merito e, con timore e tremore, vengo a voi come un fratello che vuole farsi servo della vostra fede e della vostra gioia, camminando con voi sulla via dell’amore di Dio, che ci vuole tutti uniti in un’unica famiglia”. Così Leone XIV aprendo l’omelia della messa di inizio Pontificato. Prevost ha inoltre ripercorso gli ultimi giorni: “In questi ultimi giorni, abbiamo vissuto un tempo particolarmente intenso – ha detto Leone XIV -. La morte di Papa Francesco ha riempito di tristezza il nostro cuore e, in quelle ore difficili, ci siamo sentiti come quelle folle di cui il Vangelo dice che erano ‘come pecore senza pastore’ . Proprio nel giorno di Pasqua, però, abbiamo ricevuto la sua ultima benedizione e, nella luce della Risurrezione, abbiamo affrontato questo momento nella certezza che il Signore non abbandona mai il suo popolo, lo raduna quando è disperso e ‘lo custodisce come un pastore il suo gregge’. In questo spirito di fede, il Collegio dei Cardinali si è riunito per il Conclave; arrivando da storie e strade diverse, abbiamo posto nelle mani di Dio il desiderio di eleggere il nuovo successore di Pietro, il Vescovo di Roma, un pastore capace di custodire il ricco patrimonio della fede cristiana e, al contempo, di gettare lo sguardo lontano, per andare incontro alle domande, alle inquietudini e alle sfide di oggi. Accompagnati dalla vostra preghiera, abbiamo avvertito l’opera dello Spirito Santo, che ha saputo accordare i diversi strumenti musicali, facendo vibrare le corde del nostro cuore in un’unica melodia”