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Hai mai avuto la sensazione di buttare via soldi in marketing e pubblicità?

lunedì 3 marzo 2025
2' di lettura

Lanci la campagna, aspetti i risultati… e niente.

Visualizzazioni? Ci sono. Clic? Anche. 

Magari anche qualche commento entusiasta.

Ma le vendite? Il deserto.

Il telefono non squilla. Il carrello resta vuoto. Il fatturato non si muove.

Allora inizi a farti domande:

- È colpa del budget?
- Forse devo cambiare target?
- Meglio abbassare il prezzo?
E così provi a cambiare tutto: testi, immagini, messaggi, offerte…

Un ritocchino qua, uno là. Sperando che, questa volta, funzioni.

Ma ecco il punto: e se il problema fosse un altro?

E se la vera domanda non fosse “Cosa devo cambiare?”, ma “Perché ho fatto questa scelta in primo luogo?”  

E non è solo una tua sensazione. Questo errore è più diffuso di quanto immagini.

Un brand di cosmetici ha investito 25.000€ in ads, ma le vendite sono rimaste a zero.

Un’azienda di elettrodomestici ha visto le conversioni crollare senza apparente motivo.

Un’impresa di logistica stava attirando solo candidati in cerca di lavoro, anziché clienti.

Tre settori diversi. Tre situazioni diverse. Lo stesso errore alla base.

Un errore che il 90% delle aziende commette ogni giorno.

Un errore che potrebbe costarti migliaia di euro… o peggio, farti smettere di credere nel marketing.

La verità è che la maggior parte delle aziende prende decisioni di marketing senza un’analisi dei big data per creare una strategia concreta.

Si fidano delle sensazioni, delle esperienze passate, delle solite “best practice” generiche… e poi si chiedono perché il marketing non funziona.

Guarda questo video con gli esperti della Central Marketing Intelligence, per scoprire cosa c’è dietro questi fallimenti (e soprattutto, come evitarli).

E nel frattempo, inizia a portarti a casa questo: se non sai esattamente perché stai facendo una scelta di marketing, è probabile che tu stia sbagliando.

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Quali dati sono davvero essenziali per prendere decisioni aziendali?

Primo Maggio, Leo Gassmann canta 'Bella Ciao' al Concertone di Roma

Leo Gassmann ha aperto il Concertone del Primo Maggio a Roma, in piazza San Giovanni, cantando 'Bella Ciao'. "Una grande emozione. Una canzone molto importante, molto significativa che ci ricorda che 80 anni fa siamo stati liberati da un'oppressione violenta che non ci permetteva di vivere in un Paese libero e democratico", ha detto l'artista a LaPresse prima di salire sul palco. "È stata un lotta che è partita dai giovani, da ragazzi e ragazze che hanno voluto uscire da quel momento buio e quindi sono felice di cantarla anche per loro. È una grande responsabilità, storicamente parlando e sarà un bellissimo momento", ha aggiunto.

Lavoro, Schlein: "Meloni mente agli italiani"

"La nostra Repubblica è fondata sul lavoro, lo scrive la costituzione. Non può essere però fondata sul lavoro povero, precario e sfruttato. Per questo è importante essere in tanti oggi in piazza per ribadire la dignità del lavoro". Lo ha detto la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, a margine del corteo organizzato dalla CGIL a Roma per il primo maggio. "Per questo noi insistiamo in questi giorni - ha continuato la segretaria dem - per approvare un salario minimo in questo Paese". Schlein afferma che "l'Italia è fanalino di coda nei paesi del G20 sul salario" e, secondo i dati OCSE, "è l'unico paese in cui i salari sono diminuiti invece che aumentare". Sulla base di questo il PD crede sia "necessario calendarizzare la legge di iniziativa popolare delle opposizioni sul salario minimo". La segretaria denuncia che il governo "ha cercato di bloccare" questa legge, non avendo avuto "neanche il coraggio di votare contro, perché sanno che anche molti dei loro elettori sono a favore del salario minimo".

Primo Maggio, la trovata dei fan di Hamas: cosa spunta al corteo

Al corteo del primo maggio a Roma arriva in piazza in piazza la 'Cola-Gaza'. "È una bibita i cui proventi vanno direttamente a sostenere dei progetti su Gaza. In questo caso, i soldi che stiamo raccogliendo andranno per la costruzione di un ospedale", spiega. La 'Cola-Gaza' viene distribuita attualmente su Roma, Milano e altre città: "Chiaramente ha un circuito di distribuzione che non è quello dei supermercati, un circuito informale e solidale".

"La cosa importante è poter contribuire, attraverso questa bibita, a dei progetti solidali e resistenti, che riguardano la Palestina e Gaza", continua ancora la sindacalista. I colori non sono scelti a caso. Vengono riprese le tonalità della bandiera palestinese, ma anche quelli della Coca-Cola stessa: "Vogliono essere un po' un messaggio rivoluzionario e di rottura da una parte, solidale dall'altro".

"L'abbiamo acquistata e portata il 25 aprile e il 1° maggio, in due manifestazioni in cui ci veniva chiesto di essere sobri. Con la 'Cola-Gaza' siamo stati sobri, ma soprattutto resistenti e solidali", ha sottolineato. Infine, viene chiarito come "non vuole essere un doppio con la Coca Cola", ma ci si augura che anche la 'Cola-Gaza' diventi famosa come la celebre bibita gasata, così da "far pensare in ogni momento a quello che succede a Gaza".

Re Carlo-choc, "sconvolgente": le parole sul cancro

Re Carlo III ha espresso il suo sostegno alle persone affette dal cancro confessando che la diagnosi può essere un'esperienza “sconvolgente e a volte spaventosa”. In un messaggio scritto in un opuscolo destinato agli ospiti che hanno partecipato mercoledì a un ricevimento a Buckingham Palace per celebrare le organizzazioni che aiutano le persone affette da questa malattia, Carlo ha parlato della sua esperienza. “Ogni diagnosi, ogni nuovo caso, sarà un'esperienza scoraggiante e a volte spaventosa per quelle persone e i loro cari”, ha detto.

“Ma essendo io stesso uno di quelli che compongono quelle statistiche, posso garantire che può anche essere un'esperienza che mette in luce il meglio dell'umanità”, ha affermato. La sua esperienza ha rafforzato la convinzione che ‘i momenti più bui della malattia possono essere illuminati dalla più grande compassione’, ha sottolineato. Il Sovrano è ancora in cura a più di un anno dalla diagnosi di un tumore di cui non è stata rivelata la natura. Re Carlo e sua moglie, la regina Camilla, hanno invitato alla residenza reale per il ricevimento i rappresentanti delle associazioni benefiche contro il cancro. Era presente anche l'ex moglie del principe Andrea, Sarah, duchessa di York, che ha anche lei affrontato un trattamento contro il cancro, alla pelle e al seno.