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Casa, da servitori dello Stato ad abusivi da sfrattare

martedì 6 maggio 2025
3' di lettura

Hanno fatto la scorta a Giovanni Falcone, dato la caccia a criminali internazionali ed ora sono un “problema” da affrontare con reparti antisommosa e ufficiali giudiziari. Da servitori dallo Stato ad abusivi da sfrattare. Parliamo di 53 agenti interforze(tra Polizia e Guardia di Finanza) impiegati in funzioni ad alto rischio come anti terrorismo, scorte. Trasferiti a Roma per servizio negli alloggi Erp, secondo la legge 203 del ’91 (in affitto agevolato), dopo 17 anni si vedono richiedere la casa dall’impresa proprietaria dei fabbricati (Boccea Gestioni Immobiliari Srl) che chiede ora lo sfratto esecutivo per finita locazione (il terreno è del Comune). “Dopo anni di sacrifici mi ritrovo cacciato di casa senza l’appoggio di nessuno - si sfoga Giuseppe Ciavardone agente di scorta di molti magistrati - pensavo ora di godermi la pensione andando a pesca con mio nipote. Oggi non so nemmeno se la settimana prossima mi ritroverà qui”. 
Ad accogliere l’appello degli agenti il sindacato Snap che ha messo a disposizione anche un avvocato: “Tutte le persone coinvolte - spiega Luigi Parenti titolare dello studio Parenti di Roma e che nella controversia rappresenta il sindacato - sono rientrate in una graduatoria comunale e avevano diritto a quell’alloggio. La costruzione delle case è avvenuta anche grazie ad un finanziamento del ministero dei Trasporti. Poco più di un milione di euro. Il progetto, con il supporto di Regione Lazio e Roma Capitale, doveva risolvere il problema dell’alloggio a quegli agenti trasferiti da altre città per esigenze di servizio particolari. Sono dei servitori dello Stato - continua l’avvocato rivolgendosi direttamente a Comune, Regione e Governo- si sono sacrificati e ora vengono messi in mezzo ad una strada”. La società Boccea Gestioni Immobiliari, a scadenza dei termini di locazione, ha deciso di non rinnovare i contratti di affitto. Su 54 case solo uno ha ottenuto il rinnovo, tutti gli altri verranno mandati via. Per il resto la soluzione sembra passare necessariamente per una via politica.
“Le case costruite in “convenzione”e date in locazione - ci confida uno degli agenti coinvolti che non vuole apparire - solitamente vengono o rinnovate o riscattate a prezzo calmierato. Qui ci viene chiesto un costo di mercato per noi insostenibile. Nessuno di noi ha potuto mettersi i soldi da parte, da un lato perchè non ci arrivavamo con gli stipendi e poi perchè ci è sempre stato detto che avremmo risolto con un riscatto di questo alloggio. Abbiamo avuto diversi approcci con la società, sembrava tutto potesse risolversi ma così non è stato. Oggi ci ritroviamo quasi tutti in pensione e nessuno ci concede un mutuo oltre un certo limite”. “Il governo potrebbe emanare un documento che coinvolga la società proprietaria a vendere a determinati prezzi o in alternativa che venga obbligata sempre la società a stabilire un affitto di quattro anni più 4 in rispetto della legge 392/78 - è l’appello dell’avvocato Parenti- I tempi stringono, gli sfratti sono già esecutivi e il 10 marzo hanno colpito un agente della Guardia di Finanza cacciato di casa all’alba da due reparti della Polizia in assetto anti sommossa. “Il ministro Salvini si era impegnato a risolvere la cosa con un intervento alla Camera ma alla fine tutto si è risolto con una proroga di un anno, praticamente nulla”. “Questo non è vivere - si sfoga un altro collega - questa è sopravvivenza”.

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