Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky attacca la parata del Giorno della Vittoria che si terrà venerdì a Mosca, definendola una "parata di cinismo; parata di bile e menzogne". Intervenendo in un discorso video registrato nel centro di Kiev per commemorare il Giorno della memoria e della vittoria sul nazismo nella Seconda Guerra Mondiale, celebrato in Ucraina l'8 maggio, Zelensky ha aggiunto che l'Ucraina non ha dimenticato che 80 anni fa decine di popoli combatterono contro il nazismo e più di 8 milioni di ucraini sono morti in quella lotta.
"Domani - dice il presidente ucraino - l'organizzatore delle fosse comuni a Bucha racconterà le atrocità dei nazisti. E proprio gli orchestratori del blocco di Mariupol parleranno dell’assedio di Leningrado. Sarà una sfilata di cinismo. Non c'è altro modo per descriverlo. Una parata di bile e menzogne. Come se non fossero state decine di stati alleati, ma lo stesso Putin a sconfiggere il nazismo. Come se fosse stato lui a issare con le proprie mani lo stendardo della Vittoria sul Reichstag di Berlino. Grazie a Dio l’Ucraina si è liberata da tutto questo, da questa palude. Grazie a Dio l'Ucraina non ha dimenticato che 80 anni fa dozzine di popoli combatterono contro il nazismo. E più di 8 milioni di ucraini, purtroppo, sono morti in quella lotta".
"Questa - aggiunge Zelensky - è l'ennesima prova dell'abisso tra noi e il male. Per loro l'idolo è il vecchio sulla Piazza Rossa che ha tolto la vita a milioni di persone. Per noi gli eroi sono eroi tra noi. E ognuno di noi vuole che venga il silenzio e che la pace prevalga. Stiamo combattendo per questo. E capiamo cosa è necessario per questo. La Russia deve cambiare radicalmente, oppure il mondo dovrà cambiare. Proprio come è successo 80 anni fa, quando finalmente divenne chiaro a tutti: il male non può essere placato. Deve cambiare, essere combattuta insieme. Con forza. Con pressione. Sul campo di battaglia, nell’arena diplomatica, nella sfera economica – ovunque sia possibile affinché il 'mai più' diventi una realtà. Altrimenti il mondo dovrà procedere alla denazificazione e alla smilitarizzazione della Russia".
Papa Leone XIV ha fatto il suo primo giro in papamobile attraverso Piazza San Pietro prima della cerimonia per il suo insediamento domenica, salutando dal retro dell'auto scoperta la folla che sventolava bandiere e acclamava “Viva il Papa!”. Nel bel mezzo del suo viaggio Leone ha fermato la papamobile per benedire due bambini tra la folla. Le campane della Basilica di San Pietro suonavano mentre Leone salutava la folla lungo il percorso, tra bandiere peruviane, americane e della Santa Sede mescolate con bandiere e stendardi di altre nazioni.
Domenica si è visto il fumo alzarsi nella Striscia di Gaza mentre Israele continuava la sua offensiva. Ospedali e medici nella Striscia di Gaza affermano che gli attacchi israeliani nell’enclave palestinese hanno ucciso almeno 103 persone. I combattimenti hanno costretto alla chiusura anche un importante ospedale nel nord di Gaza. Gli ospedali e i medici hanno detto che ci sono anche donne e bambini tra le persone uccise durante la notte. Negli ultimi giorni Israele ha intensificato la campagna di bombardamenti sull'enclave palestinese uccidendo centinaia di persone. L’escalation è arrivata poiché i negoziati per il cessate il fuoco in corso non hanno ancora raggiunto una svolta per fermare la guerra e consentire la consegna di aiuti umanitari a Gaza.
“Fratelli, sorelle, questa è l’ora dell’amore. La carità di Dio che ci rende fratelli tra di noi è il cuore del Vangelo e, con il mio predecessore Leone XIII, oggi possiamo chiederci: se questo criterio ‘prevalesse nel mondo, non cesserebbe subito ogni dissidio e non tornerebbe forse la pace? (Rerum novarum, ndr). Con la luce e la forza dello Spirito Santo, costruiamo una Chiesa fondata sull’amore di Dio e segno di unità, una Chiesa missionaria, che apre le braccia al mondo, che annuncia la Parola, che si lascia inquietare dalla storia, e che diventa lievito di concordia per l’umanità. Insieme, come unico popolo, come fratelli tutti, camminiamo incontro a Dio e amiamoci a vicenda tra di noi”. Lo ha detto Papa Leone XIV nell’omelia della messa di inizio Pontificato.
“Sono stato scelto senza alcun merito e, con timore e tremore, vengo a voi come un fratello che vuole farsi servo della vostra fede e della vostra gioia, camminando con voi sulla via dell’amore di Dio, che ci vuole tutti uniti in un’unica famiglia”. Così Leone XIV aprendo l’omelia della messa di inizio Pontificato. Prevost ha inoltre ripercorso gli ultimi giorni: “In questi ultimi giorni, abbiamo vissuto un tempo particolarmente intenso – ha detto Leone XIV -. La morte di Papa Francesco ha riempito di tristezza il nostro cuore e, in quelle ore difficili, ci siamo sentiti come quelle folle di cui il Vangelo dice che erano ‘come pecore senza pastore’ . Proprio nel giorno di Pasqua, però, abbiamo ricevuto la sua ultima benedizione e, nella luce della Risurrezione, abbiamo affrontato questo momento nella certezza che il Signore non abbandona mai il suo popolo, lo raduna quando è disperso e ‘lo custodisce come un pastore il suo gregge’. In questo spirito di fede, il Collegio dei Cardinali si è riunito per il Conclave; arrivando da storie e strade diverse, abbiamo posto nelle mani di Dio il desiderio di eleggere il nuovo successore di Pietro, il Vescovo di Roma, un pastore capace di custodire il ricco patrimonio della fede cristiana e, al contempo, di gettare lo sguardo lontano, per andare incontro alle domande, alle inquietudini e alle sfide di oggi. Accompagnati dalla vostra preghiera, abbiamo avvertito l’opera dello Spirito Santo, che ha saputo accordare i diversi strumenti musicali, facendo vibrare le corde del nostro cuore in un’unica melodia”