D alla «Conversazione continuamente interrotta» ai fili della memoria riallacciati attraverso il nastro magnetico della «Conversazione ritrovata». Un pezzo di modernariato inedito che riporta al 1972 e che, uscito fuori da una scatola custodita per decenni in una biblioteca privata, fa rivivere Ennio Flaiano con le mirabilia della tecnologia informatica. L’audio della bobina spuntata tra i libri e i ricordi di un caro amico dello scrittore pescarese, il poeta Giuseppe Rosato, è diventato un ardito progetto multimediale: un docufilm di 45’ in 4K in cui l’intelligenza artificiale dà volto e movenze alle parole e allo spirito dissacrante di una delle voci più originali e meno incasellabili del ’900. Era il 19 maggio 1972 quando Flaiano e Rosato si scambiavano davanti al microfono di un registratore idee e opinioni sul testo teatrale che sarebbe andato in prima al Festival dei Due Mondi di Spoleto. Formalmente un’intervista, oggi documento storico, di straordinaria vitalità e non solo per l’inedita veste di avatar cucita al computer da Andrea Sisofo al progetto firmato da Matteo Veleno, Maria Rosato, Davide Cavuti e Giulio Capone, presentato ieri in anteprima a Pescara, che peraltro domenica ospiterà la serata finale della 52ª edizione dei Premi internazionali che Edoardo Tiboni intitolò all’amico Flaiano.
Figura atipica del panorama culturale italiano del secondo dopoguerra, più citato che conosciuto realmente, dalla vena creativa dispersiva, firmò come sceneggiatore i grandi capolavori di Fellini e cristallizzò personaggi e società degli Anni ’50 e’60 nei suoi fulminanti aforismi che disegnarono l’Italia com’era e persino come sarebbe stata. La sua vocazione di scrittore, manifestata subito con collaborazioni giornalistiche di rilievo e da eleganti elzeviri fu consacrata dalla vittoria nel 1947 della prima edizione del Premio Strega con il romanzo Tempo di uccidere, costruito sulle memorie della guerra d’Africa come sottotenente di complemento volontario. Commentò da par suo la frase di un critico che voleva aspettare la sua seconda prova: «Sta ancora aspettando». Il cinema, che seguiva come critico (anche letterario e teatrale), gli spalancò le braccia intuendone il genio creativo, ma tenendolo in secondo piano come allora si usava per gli sceneggiatori, assai meno considerati di quanto lo siano oggi. Inventò letteralmente la Dolce Vita di Roma che Federico Fellini esportò su pellicola in tutto il mondo, e la visse intensamente senza farsene contaminare, così come la stagione irripetibile e magica dei circoli del Caffè Greco e di via Veneto, frequentando intellettuali veri e sedicenti sponsorizzati, (allora come ora), e umanità varia che gravitava attorno alle magie e alle illusioni della settima arte. Brillante e raffinatamente caustico nella vita pubblica, mai fuori le righe e sempre attento a rimanere fuori dagli eccessi per quel pudore dei sentimenti che lui attribuiva alla sua abruzzesità, in privato era taciturno e segnato nell’intimo dalla sofferenza per la malattia dell’unica amatissima figlia Luisa detta Lelè, su cui aveva tenuto un tenero diario che si interrompe bruscamente con la diagnosi raggelante dell’encefalopatia. All’epoca attribuirono l’inspiegabile divorzio dal sodalizio artistico con Fellini al fatto che Flaiano si era offeso per essere stato mandato in classe turistica sull’aereo che li portava negli Stati Uniti per le quattro nomination agli Oscar per il film 8 e 1/2 (poi ne vinse due); mentre in realtà, ma si scoprì solo dopo, a ferirlo fu una frase del regista, a casa sua, riferita proprio a Lelè e alla sua disabilità.
La sua aspirazione più alta era di scrivere per il teatro, ma quando nel 1960 presentò Un marziano a Roma con Vittorio Gassman, la prima a Milano fu un autentico e bruciante fiasco: l’ultimo, vero e clamoroso, del teatro italiano che non ne comprese la grandezza, ripiegato nel conformismo oppure inutilmente e pretenziosamente sperimentalista. «L’insuccesso mi ha dato alla testa», chiosò, ma il colpo fu duro. Eppure oggi quel marziano è diventato paradigmatico di un fenomeno di costume e di come i media masticano e poi risputano le novità, alle quali è sempre più facile assuefarsi dopo le overdose da moltiplicazione del racconto televisivo. «La conversazione continuamente interrotta» andò in scena pochi mesi prima della scomparsa di Flaiano, che se ne andò a 62 anni, il 20 novembre. L’allestimento di Spoleto della «Conversazione continuamente interrotta», firmato da Vittorio Caprioli, il 22 giugno 1972 vedeva sulla scena la coppia Cochi e Renato, e Paolo Bonacelli. Lo spettacolo fu ripreso da Giorgio Albertazzi, indimenticato presidente della giuria teatrale dei Premi internazionali, a partire dal 1978 al Teatro Argentina nella versione diretta dal regista Luciano Salce. Spezzoni di questa rappresentazione sono stati inseriti nel docufilm «La conversazione ritrovata», alla quale l’oggi novantatreenne Giuseppe Rosato ha prestato il volto e la valigia dei ricordi, e la tecnologia lo ha fatto ringiovanire di mezzo secolo per poter dialogare con Flaiano. Al quale è capitato davvero quello che riteneva il peggio che potesse capitare a un genio: essere compreso.
Allerta arancione per temporali anche oggi in tre regioni del Nord Italia: si tratta del Veneto, del Friuli Venezia Giulia e della Lombardia. Milano colpita ieri da un violento nubifragio intorno alle 18. In provincia, a Robecchetto, una donna di 63 anni è morta dopo essere stata travolta da un albero caduto, e altre due persone che erano con lei sono rimaste ferite in modo non grave. In serata, all'altezza di Melegnano, colpito da un fulmine un treno Italo in collegamento tra Milano e Roma. E in Toscana ci sono stati 27.000 fulmini scaricati dai temporali nelle varie zone della regione. Temperature in calo al centronord, ancora molto caldo invece al sud, dove ieri i vigili del fuoco sono stati alle prese con decine di incendi in Sicilia e Sardegna.
"I'am an englishman in New York", cantava Sting in lanciatissima versione solista post-Police, ormai una quarantina d'anni fa. A livello internazionale Amadeus non sarà famoso come il cantante britannico ma se la cava benissimo, tra gli italiani. Il conduttore del Nove è andato in vacanza a Londra dove è stato fermato e riconosciuto da alcuni giovani connazionali. Circondato dai fan, che l'hanno letteralmente assalito per strappargli un selfie un autografo, "Ama" ha spiazzato persino i passanti londinesi che non hanno capito cosa stesse accadendo e sono rimasti a osservare la scena. Parafrasando i titoli di sue due trasmissioni su Discovery, avranno pensato "Like a star" domandosi "Chissà chi è".
Il tifone Danas ha portato lunedì forti venti e piogge torrenziali in alcune zone di Taiwan. Due persone sono morte e oltre 300 sono rimaste ferite sulla costa occidentale dell'isola, densamente popolata. La tempesta ha perso intensità mentre si spostava verso nord-ovest in direzione dello Stretto di Taiwan, oltre la capitale Taipei. Secondo l'Agenzia nazionale dei vigili del fuoco, due persone sono morte a causa della tempesta nella città sud-occidentale di Tainan. Una persona è rimasta uccisa quando il suo veicolo è stato colpito da un albero caduto, mentre un'altra è morta a causa del malfunzionamento del respiratore dovuto all'interruzione dell'alimentazione elettrica.
Almeno 334 persone sono rimaste ferite e oltre 3.400 sono state costrette ad evacuare, soprattutto dalle zone montuose intorno alla città portuale di Kaohsiung, nel sud di Taiwan. Il tifone ha causato interruzioni di corrente in oltre 580.000 abitazioni in tutta l'isola. Le scuole e gli uffici sono stati chiusi in tutto il sud e il centro di Taiwan. La tempesta ha raggiunto la costa occidentale nella contea di Chiayi nella tarda serata di domenica con venti sostenuti che hanno raggiunto i 144 km/h, inizialmente intensificandosi per poi indebolirsi mentre si spostava verso nord. Nel fine settimana ha scaricato oltre 600 mm di pioggia sulla parte centrale di Taiwan.
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, prima di salire sull'Air Force One, si è concentrato sul recente annuncio di Elon Musk a proposito del nuovo partito creato dal proprietario di X. “Penso che sia ridicolo fondare un terzo partito. Abbiamo ottenuto un enorme successo con il Partito Repubblicano. I Democratici hanno perso la strada, ma è sempre stato un sistema bipartitico. E penso che fondare un terzo partito non farebbe altro che aumentare la confusione. Sembra davvero che sia stato concepito per due partiti. I terzi partiti non hanno mai funzionato. Quindi lui può divertirsi, ma io penso che sia ridicolo”.