Alla vigilia del decimo anniversario degli attacchi terroristici di Parigi del 2015, decine di persone, tra cui il sindaco di Parigi Anne Hidalgo e rappresentanti delle associazioni delle vittime, si sono riuniti in Place de la République per onorare le vittime. “Oggi, 10 anni dopo, l’emozione è ancora intatta, e credo che dobbiamo condividere questo momento anche tra di noi, ma anche con tutti i francesi per dire loro che la speranza resta, nonostante il dolore e l’assenza”, ha detto Hidalgo. Dall'8 novembre i parigini sono invitati a lasciare una candela, un fiore o un biglietto in Place de la République, luogo simbolico della memoria. Il 13 novembre 2015, nove uomini armati e attentatori suicidi del gruppo Stato Islamico si sono colpiti a pochi minuti l'uno dall'altro in diverse località, provocando la violenza più mortale che abbia mai colpito la Francia dalla Seconda Guerra Mondiale. Hanno preso di mira i tifosi dello Stade de France e i frequentatori dei bar, per finire con un massacro al Bataclan, uccidendo 130 persone.
Il più lungo shutdown nella storia degli Stati Uniti è terminato dopo 43 giorni. Il presidente Donald Trump ha firmato il provvedimento alla Casa Bianca. Lo shutdown dei record ha causato stress finanziario ai dipendenti federali, rimasti senza stipendio, bloccando decine di viaggiatori negli aeroporti e generando lunghe code. La firma è avvenuta poche ore dopo l'approvazione del provvedimento da parte della Camera dove c'erano stati 222 voti a favore e 209 contrari. "Voglio solo dirvi che il Paese non è mai stato in condizioni migliori. Abbiamo attraversato questo breve periodo di crisi con i Democratici perché pensavano che sarebbe stato vantaggioso dal punto di vista politico, ed è un onore ora firmare questo incredibile disegno di legge e rimettere in moto il nostro Paese", ha detto Trump.
Due persone sono morte e altre 18 sono rimaste ferite giovedì dopo che un camion ha investito diverse persone in un mercato all'aperto nella città di Bucheon, in Corea del Sud. La polizia ha interrogando il conducente del mezzo, un uomo di circa 60 anni non identificato che non era sottol'effetto di alcol o droghe. Alcuni testimoni hanno raccontato agli investigatori che il veicolo ha inizialmente fatto retromarcia per circa 28 metri prima di avanzare per 150 metri, investendo i pedoni lungo il percorso. L'autista ha affermato che il suo veicolo aveva avuto un malfunzionamento e che le autorità stavano esaminando le riprese delle telecamere di sicurezza. Due vittime sono state dichiarate morte in ospedale e 11 dei 18 feriti hanno riportato lesioni gravi.
È stato arrestato l’uomo che, tra il 29 settembre e il primo ottobre scorsi, ha rapinato 5 negozi nel quartiere Bovisa, a Milano. La polizia, con il coordinamento della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano - VII Dipartimento, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un 48enne italiano. Gli agenti della Squadra Mobile, lo scorso 6 ottobre, transitando in via Acerenza, hanno notato un uomo a bordo di una bicicletta che corrispondeva alle descrizioni del responsabile una rapina a mano armata consumata la sera del 29 settembre scorso nel solarium di Piazzale Lugano: hanno così deciso di procedere al controllo e l'hanno identificato. La successiva perquisizione domiciliare ha permesso di rinvenire i vestiti indossati in occasione della rapina del 29 settembre e di altre rapine oltre che una pistola scacciacani. Le indagini, svolte attraverso la visione delle telecamere dei sistemi di videosorveglianza, l’ascolto delle vittime e i riconoscimenti fotografici, hanno permesso di raccogliere indizi in merito alla rapina al solarium e ad altre quattro commesse tutte nella stessa giornata del primo ottobre. Quel giorno, secondo quanto ricostruito, l’uomo ha rapinato, di prima mattina, una caffetteria in via degli Imbriani per poi dirigersi presso la farmacia in Piazza Bausan, rapinata intorno alle 11.30; in serata, ha tentato una rapina in un fast food in via degli Imbriani, non andata a buon fine perché la commessa alla vista della pistola si è data alla fuga, facendo desistere il ladro, che, peró, poco dopo, ha rapinato una gelateria in via Benedetto Varchi.Il rapinatore, in tutti gli eventi, dopo essersi finto cliente per non destare sospetti ha estratto la pistola al fine di ingenerare timore nelle vittime. Ha sempre fatto accesso a volto scoperto e, al massimo, indossando un cappello. Il bottino è stato superiore ad oltre 2 mila euro in tre giorni.La Procura della Repubblica ha avanzato richiesta di misura cautelare, che è stata disposta dal gip. L’uomo, dopo l’arresto, è stato quindi condotto nel carcere di San Vittore.
Il Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza ha eseguito un decreto di sequestro emesso dal Tribunale di Roma - Sezione Misure di Prevenzione, su proposta della Procura della Repubblica di Roma - Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di Giancarlo Tulliani residente a Dubai e attualmente latitante. Sequestrati conti correnti accesi in Italia e all’estero, una villa nella Capitale e due autovetture di cui una di lusso, per un valore complessivo di circa 2,2 milioni di euro.L’attività odierna trae origine da una precedente inchiesta giudiziaria che nel 2017 portò all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dall’Ufficio Gip del Tribunale di Roma nei confronti dei componenti di un’associazione a delinquere a carattere transnazionale, dedita alla commissione dei reati di peculato, riciclaggio e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.Il profitto illecito dell’associazione, oggetto di riciclaggio, veniva impiegato, oltre che in attività economiche e finanziarie, anche nell’acquisizione di immobili da parte della famiglia Tulliani, in particolare Giancarlo. L'uomo, dopo aver ricevuto, direttamente o per il tramite delle loro società offshore, ingenti trasferimenti di denaro di provenienza illecita, privi di qualsiasi causale o giustificati con documenti contrattuali fittizi, trasferiva le somme all’estero, utilizzando i propri rapporti bancari. Tali proventi illeciti venivano reimpiegati in acquisizioni di beni immobili e mobili, sottoposti a sequestro dalla Guardia di Finanza. A conclusione dell’iter processuale di primo grado, Tulliani, tuttora latitante, è stato condannato alla pena di 6 anni di reclusione per il reato di riciclaggio; contestualmente è stata disposta la confisca dei beni, pari ai proventi illecitamente accumulati