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Milano, "bloccate tutti i progetti": il fronte del "no a tutto" ora vuole prendersi la città

I commentatori giallo-rossi esultano: "Denunciamo il marcio dall’inizio". Fosse stato per loro avrebbero fermato pure la costruzione del Duomo...
di Lorenzo Mottola venerdì 18 luglio 2025

3' di lettura

Le penne più eccitate sono quelle del Fatto Quotidiano. A partire da Gianni Barbacetto, uno che avrebbe parlato di speculazioni edilizie già alla posa della prima pietra del Duomo. «Trema il patto tra politica&affari», recita il titolo del suo articolo di ieri sull’inchiesta sull’urbanistica a Milano. Come se il compito della politica fosse quello di ostacolare gli affari, invece di agevolarli.

Politici e commentatori dell’area giallo-rossa sembrano aver tracciato una linea dopo il blitz della procura: bisogna fermare tutto, tutto e subito. Lo dice chiaro il Verde Carlo Monguzzi, volto notissimo in città, sempre alla testa dei comitati del no a prescindere, che ora finalmente si libera e tuona: «Sala chiarisca fino in fondo tutta la vicenda urbanistica. Oppure tutti a casa. Si fermino tutti i progetti a partire da San Siro». Stop a tutti i progetti, gli ambientalisti non vedevano l’ora. Lo ripetono con termini apocalittici i Cinquestelle, perché «Noi denunciamo da anni questo sistema marcio di collusioni e corruzioni che si è creato tra gli uffici del Comune e la conventicola di affaristi e costruttori che ha tramutato la città in una mucca da mungere. Una cementificazione barbara». E il senso di questa dichiarazione è indicare una via.

DALLA PADELLA...

La sinistra ha iniziato a pensare al successore di Sala da tempo. Si parla di candidati civici o politici, ma al di là del nome sarà soprattutto lo spirito con cui nascerà la candidatura a essere molto diverso rispetto a quello di Mister Expo. Potrebbe nascere un patto di campo largo, nettamente spostato a sinistra, con M5S nella squadra. Tra i politici, il nome che si fa più spesso è quello di Pierfrancesco Majorino, perfetto per fare da ponte tra contiani e schleiniani. Quel che succederà sulle principali pratiche urbanistiche è abbastanza prevedibile. Frenare, rallentare, bloccare. Il tutto per accontentare quanti a sinistra vedono nella nuova e moderna visione data a Milano dalle giunte di Centrodestra – a partire da Gabriele Albertini – un male per la città. La grancassa di Repubblica è partita: «Miliardi e cemento: in dieci anni si è costruito a Milano come in Piemonte e Toscana insieme». È ora di congelare tutto. Lo spiega anche Avvenire «va ripensato un modello di sviluppo basato sui fiumi di soldi del mattone». Come se “i fiumi di soldi” facessero schifo. Lo segnala anche Lucia Tozzi, studiosa di politiche urbane intervistata da Repubblica: «Serve una moratoria sui grandi progetti di sviluppo: gli scali ferroviari, piazzale Loreto, la vendita dello stadio San Siro innanzitutto». Già che orrore, lo sviluppo e, ovviamente, che schifo i privati, perché «se investono vogliono un ritorno». Ma che strano.

RIPARTIRE

Alcuni titoli apparsi ieri sui giornali d’area di centrosinistra sullo scandalo che sta travolgendo la giunta comunale di Milano guidata dal centrosinistra Cosa succederà se il centrodestra non riuscirà a trovare il nome giusto e a riportare la città sul percorso interrotto con la sconfitta di Letizia Moratti? Lo stallo. C’è già qualche esempio.

Proprio ieri la Redo Sgr, gestore di fondi immobiliari, ha annunciato lo stop alla costruzione dei nuovi studentati, tre progetti già ammessi al finanziamento del Ministero dell'Università a valere sulle risorse Pnrr. Si tratta - o meglio si trattava - di tre progetti (Rogoredo, Greco Breda e San Leonardo in Milano) ammessi al finanziamento con decreto ministeriale di concessione, rispettivamente da 473, 447 e 600 posti letto, per un totale di 1.530 posti. La società è stata costretta a comunicare al governo che non è in grado di firmare gli atti d'obbligo a causa dei ritardi che si sono accumulati nel rilascio dei titoli abilitativi, anche in conseguenza dell'impossibilità di attivare le pur richieste deroghe urbanistico-amministrative. La ventilata paralisi è già qui.

Per esprimere giudizi sull’inchiesta che vede lo stesso Sala tra gli indagati è sicuramente presto. L’unica certezza è l’intera città rischia di pagare per gli errori – o i reati – di alcuni. Il centrodestra ha il compito di invertire la rotta: le elezioni sono vicine.

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