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Se la Milano da bere te la spiega il "Boomer"

Oltre 350mila seguaci e tante storie nostalgico-grottesche che, però dicono la verità sulla capitale della moda
di Alessandra Menzani mercoledì 10 settembre 2025

3' di lettura

Talvolta i social tirano fuori qualche figura davvero interessante. Sicuramente è il caso dell’ormai famoso e famigerato “Boomer Milanese”, un personaggio che è la versione moderna del “Cumenda” di Guido Nicheli e che gioca con il concetto di boomer, la categoria anagrafica che comprende i nati tra il 1946 e il 1964: il termine è usato anche in senso ironico dai giovani per indicare persone ritenute antiquate o i cui discorsi sono considerati superati e talvolta cringe, imbarazzanti.

Ha trecentocinquantamila follower su Instagram, vola su Tik Tok, il suo profilo propone video divertenti e recita: «Col Giangi e il Buslaghi a far baldoria nella Milano degli anni 80».
Chissà se è proprio un autentico milanese (quelli veri più che altro si nascondono) ma è sicuramente un boomer: si vanta, millanta, ricorda i tempi passati. È uno che dice «su quel balcone potevo esserci io» parlando del neo Papa, perché lui aveva studiato dai preti. Il “Boomer”, in quanto tale, ha un ego che da solo potrebbe salvare la crisi energetica, sa tutto, è bravo in tutto, soprattutto nelle faccende di letto. Denti bianchissimi, montone, sguardo sornione, chiede al farmacista: «Vorrei cento preservativi di misura extra large». Due ragazzine ridono, lo prendono in giro, ma secondo lui sono interessate. «Mi correggo: centodue, grazie».

Quando ricorda Berlusconi e piange per quanto gli manca, il Boomer dà il meglio: «Pier Silvio ha tolto le belle donne dalla televisione, Silvio non l’avrebbe mai fatto: ricordate?
Ci ha fatto passare dal colonnello Bernacca alle Meteorine di Emilio Fede, un sant’uomo». A differenza del Milanese Imbruttito, a cui importa solo del fatturato e di una altra cosa che inizia con la “f”, nel Boomer alberga un senso di nostalgia per il passato, quindi tutto sommato è un personaggio romantico. Il nostro eroe è multitasking, all’occorrenza è anche dottore, tipo Carlo Verdone che è tanto appassionato di medicinali che i suoi amici chiamano prima lui che il medico. Altro video: al bar, un amico dice di sentirsi poco bene, e lui dal doppiopetto blu tira fuori uno stetoscopio. «Fa sentire. Ecco, lo sapevo: tachicardia parossistica, cardiologia, San Raffaele, quinto piano, chiedi del dottor Fumagatt».

Nel capitolo “I segreti di una relazione duratura” il Boomer è sintetico: «Tutto è intestato a lei». Bel tranquillo a casa, con la sua catenina d’oro e l’accappatoio post doccia, si imbatte nella moglie che vuole uscire a cena, o meglio andare al sushi. Lui si lagna. «Vuoi un buon motivo per andare al sushi? Tutto è intestato a me», dice lei, ed eccolo bello apparecchiato al giapponese con le bacchette infilate nel sashimi. Il volto che si vede sui social del Boomer, con quei dentoni sbiancati di fresco e il ghigno, è una caricatura frutto dei filtri social.

Chi c’è dietro la maschera? Si sa poco di questo creator, ha studiato economia, è nato nel 1985, si chiama Gabriele C, è interista. Dichiara: «Interpreto un personaggio incastrato negli anni Ottanta, un’era di promesse. L’aspetto che tende a creare empatia è un misto tra l’ottimismo e la spensieratezza. La cosa che mi motiva di più è quando qualcuno mi contatta dicendomi che gli ho trasmesso allegria. Mi manda in estasi». Il bello del personaggio è che elenca i venti motivi per cui oggi Milano è invivibile e immediatamente dopo i venti motivi per cui non vivere a Milano è impossibile.

Oggi che si parla molto di milanesi e milanesità, dopo la morte di Giorgio Armani, il nostro guru ha realizzato un video ironico e molto rispettoso sulla morte del re dell’eleganza. «Lo conoscevo bene, mi disse: diffondi il verbo». Cioè? «I Dieci Comandamenti dello stile: no canotte, no sandali, no borsello o marsupi, no acrilico, no sintetico, i vestiti sono come le piante, devono respirare». Parole sante.

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