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Le ambizioni del Pd sulla sicurezza e le stop ad Azione

È che la delega alla sicurezza, magari pure l’assessorato, fa gola anche al Pd. Anzi, ci tiene proprio
di Enrico Paoli sabato 22 novembre 2025

2' di lettura

È che la delega alla sicurezza, magari pure l’assessorato, fa gola anche al Pd. Anzi, ci tiene proprio. Perché sul tema dell’ordine pubblico in città, sempre più simile ad un’emergenza visto il crescendo di violenze, senza sottovalutare la costante di furti e scippi in strada e sui mezzi pubblici, si gioca la partita politica dei prossimi mesi. Chi uscirà dalla giostra del riassetto di giunta, messo in moto dal sindaco, Beppe Sala, su indicazione dei partiti che sostengono la sua maggioranza, con il jolly della sicurezza in mano avrà vinto la partita. E passa al turno successivo. Per questa ragione non stupisce affatto la replica del segretario metropolitano del Pd, Alessandro Capelli, alle parole del leader di Azione, Carlo Calenda, che a Libero ha spiegato come ci sarebbe «un veto» della segretaria dem, Elly Schlein, dietro alla mancata assegnazione dell’assessorato alla Sicurezza al suo partito da parte del sindaco Sala. «Non c’è stato nessun intervento diretto o indiretto della segreteria nazionale, Elly Schlein», afferma Capelli, figuriamoci «i veti».

«A Milano e sullo scenario nazionale il Pd è testardamente unitario: lo siamo nelle elezioni regionali di questi giorni (in Puglia e Veneto siamo alleati ad Azione) e lo siamo a Milano». Dunque con Azione nessun problema? Apparentemente sì. Forse scena meneghina, ma sulla ribalta nazionale fra Elly e Carlo è tutt’altro che pace, semmai è una tregua armata. Non a caso è lo stesso Capelli a spiegare che, a Milano, con Azione i dem troveranno «sicuramente una sintesi positiva per rafforzare questo fine mandato. Il Pd negli ultimi mesi si è sempre impegnato perché tutti i passaggi decisivi partissero da confronti di coalizione», spiega il dem, pensando «alle esigenze della città e non ai posti. Azione, tra gli altri, ha posto un tema di attenzione alla sicurezza urbana», spiega l’esponente del Pd, «su cui in diversi abbiamo dato disponibilità di ragionamento e sicuramente troveremo una sintesi positiva anche su questo punto».

Sintesi che non prevede il passo di lato del Pd a favore di Azione. E se nemmeno i dem dovessero pescare il jolly della sicurezza, meglio tutti fermi, a quel punto. Non a caso è il consigliere comunale di Calenda, Daniele Nahum, ricorda a tutti il fatto che «la questione del rimpasto di giunta non riguarda le poltrone, ma la capacità di dare risposte ai cittadini. Azione ha messo sul tavolo un piano concreto per la sicurezza (Polizia amministrativa sui mezzi pubblici, assistenti sociali di strada nelle zone critiche, maggior pattugliamento notturno della Polizia Locale). Proposte di buonsenso, operative subito», spiega Ñahum, «eppure, ad oggi stanno prevalendo i "no" ideologici del Pd nazionale rispetto alle urgenze di Milano. Sembra che si preferisca l’immobilismo pur di non disturbare gli equilibri del campo largo». Ed è su questo punto che Calenda ha posto l’accento, toccando il nervo scoperto del Pd. «La partita non è ancora chiusa», chiosa Nahum, «ma la direzione deve cambiare, perché la sicurezza è un diritto di tutti, non un gioco di veti politici». Veri o presunti...

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