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Vittorio Feltri: mandiamo 20mila maestri a casa ma ci teniamo ministra la Fedeli

di Matteo Legnani domenica 29 aprile 2018

3' di lettura

I governi italiani hanno creato tanti guai, peggiorando assai la vita dei cittadini. Ma l' ultima fesseria di cui il legislatore è responsabile è addirittura surreale. I maestri elementari per molti anni hanno svolto legittimamente la loro professione con grande bravura, insegnando a tutti noi a leggere, a scrivere e a far di conto pur possedendo "soltanto" il cosiddetto diploma magistrale. A un certo punto sono andati al potere i cretini di sinistra e hanno stabilito che per stare in cattedra nella scuola primaria è indispensabile la laurea. Non si capisce il perché di tale assurda decisione. È un fatto che i maestri, i quali fino a ieri hanno impartito lezioni proficue ai bambini, non saranno più abilitati a proseguire nel loro lavoro, per quanto ben svolto. O si laureano rapidamente o vengono buttati fuori a calci dal settore istruzione e condannati alla disoccupazione. Anche i docenti di ruolo, in teoria inamovibili avendo vinto un concorso, saranno comunque giubilati. Trattasi di operazione punitiva oltre che insensata, ma tant' è. I deficienti che l' hanno promossa non si sono posti il problema che la loro prodezza manderà a spasso circa ventimila persone, quasi tutte capaci eppure giudicate indegne di occuparsi dei ragazzini. La legge in questione fu approvata dal Parlamento e per abrogarla servirebbe un intervento delle Camere che, invece, se ne fregheranno poiché impegnate a costituire un esecutivo, alla cui nascita non assisteremo in questa fase per mancanza di una qualsivoglia maggioranza. Di conseguenza i poveri insegnanti non insigniti del titolo (inutile) di dottori moriranno di fame. Però, che ideona. Coloro che l' hanno trasformata in norma della Repubblica si sono dimenticati che Edmondo De Amicis scrisse Cuore basandosi sulle esperienze degli educatori di base, che Mussolini non era laureato, che Eugenio Montale era ragioniere come Enzo Biagi, che Guglielmo Marconi non era neanche diplomato e ciononostante con le sue scoperte cambiò il mondo, che Grazia Deledda e Salvatore Quasimodo - Nobel - non frequentarono l' Università così come Gabriele D' Annunzio e Benedetto Croce. Non sono quisquilie bensì notizie che non andrebbero sottovalutate. Ora si pretende che i maestri siano accademici e viene da ridere anzi da piangere. Soprattutto se si pensa che l' attuale ministro dell' Istruzione, Valeria Fedeli, non ha titoli di studio, si rimane storditi e increduli. Una con la terza media può dirigere la rete educativa nazionale, mentre una maestra non ha diritto a prendersi cura di fanciulli di sei o sette anni? Siamo alle comiche finali. Leggi anche: Valeria Fedeli: "La laurea? Non ricordo, io...". La ministra si difende così: imbarazzante Sfugge il motivo per cui sia necessario essere dottori allo scopo di prendere per mano l' infanzia quando per secoli i vecchi insegnanti hanno allevato la nostra e le precedenti generazioni. Infine è una aberrazione il fatto che si buttino sulla strada migliaia di persone perbene, distintesi per aver fatto il loro dovere, onde dare un posto a chi, magari fesso, vanta una pergamena in luogo di un diplomino magistrale. Questa legge è disgustosa. La memoria arretra ai tempi nei quali anche io ebbi un maestro meraviglioso da cui imparai a impugnare la penna e a usarla diligentemente. Egli è morto, ma la mia gratitudine è ancora viva. di Vittorio Feltri

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