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Amato in rivolta: "Non faccio parte della Casta, sono un esempio"

L'ex presidente del Consiglio, tra i favoriti per il Quirinale, respinge le accuse sulla sua carriera politica e alla sua doppia pensione
di Matteo Legnani domenica 10 marzo 2013

Giuliano Amato

2' di lettura

  La politica annaspa, ogni intesa pare impossibile e l'incubo ingovernabilità diventa ogni giorno più concreto. E, come già accaduto in passato, uno dei nomi più "caldi" per mettere a posto le caselline istituzionali e trovare un accordo tra le forze politiche, è quello di Giuliano Amato. Un nome sul quale il pubblico è a dir poco diviso, con molti che ricordano i suoi legami con Craxi e coi socialisti dell'ultim'ora. E molti altri ancora che strabuzzano gli occhi di fronte ai 30mila e passa euro che l'ex presidente del Consiglio percepisce ogni mese tra pensione e vitalizio. "Il mio nome esce più di me" si era limitato a dire qualche giorno fa. Oggi, invece, in una lettera scritta al quotidiano La Repubblica, il topolino Amato (così è ritratto da alcuni vignettisti), alza la voce per difendere la sua onrabilità. Racconta le sue origini modeste (mio nonno era muratore, mia madre aveva fatto le elementari, mio padre era diplomato), i titoli universitari conseguiti, il suo farsi da se.  "Un curriculum così va additato ai giovani come un esempio da non seguire o come modello di  mobilità sociale al quale chiunque possa aspirare per sè o per i propri figli in un’Italia che lo sta rendendo sempre più difficile a chi non ha vantaggi di partenza?". In merito ai 31mila euro mensili aggiunge di aver "reso noto da tempo che il vitalizio lo giro mensilmente a una comunità di assistenza e dallo Stato ho quindi soltanto la pensione, che è al netto poco più di 11 mila euro. E’ una pensione alta, lo so, che sta tuttavia sotto il tetto stabilito dal governo Monti per i trattamenti pubblici ed è peraltro inferiore a quella che riscuotono giudici costituzionali, alti magistrati ed altri funzionari, specie se andati in pensione dopo di me".  E rilancia, spiegando di non considerarsi assimilabile alla casta e di non aver nulla di cui vergognarsi: "Vergognarmi del fatto - prosegue - di essere stato tanto stimato in Europa da essere chiamato a vice presiedere la Convenzione per la Costituzione europea e tanto stimato negli Stati Uniti da essere eletto lì, e certo non per intrighi di caste italiane, alla American Academy of Arts and Sciences?".  

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