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Berlusconi trattato peggio degli stupratori

Per una telefonata, a Berlusconi la stessa pena di violentatori, assassini e rapinatori. Da Misseri al "Madoff dei Parioli", ecco tutti gli esempi
di Andrea Tempestini domenica 30 giugno 2013

Misseri, Scattone, Fardous, Berlusconi, Lande, Palma e Spaccarotella

3' di lettura

La bilancia della giustizia ha perso la tara. Sette anni di carcere a Silvio Berlusconi, ancora incensurato nonostante i 24 processi in 18 anni, e appena 5 anni allo stupratore marocchino che l’estate scorsa abusò ripetutamente di una 48enne italiana che si era seduta sulla panchina di un parco romano dopo avere discusso con il compagno. Un anno in meno di «zio Michele»: sempre per Silvio, reo di avere telefonato alla questura di Milano per far rilasciare la ragazza egiziana. Michele Misseri, lo zio di Avetrana, colui che per ora - in primo grado - è stato condannato a otto anni di prigione per concorso in soppressione di cadavere e furto aggravato del cellulare di Sarah Scazzi, ha commesso qualcosa che è meno grave (secondo i giudici) di avere ospitato una prorompente ragazza di quasi 18 anni in casa a qualche festa. I pm hanno infatti ritenuto che ad avere stretto il laccio intorno al collo della minuta ragazzina bionda della provincia pugliese siano state la moglie Cosima e la figlia Sabrina (entrambe condannate all’ergastolo), ma lui, il contadino dagli occhi chiari, di certo  sapeva tutto e ha parlato solo quando la coscienza è diventata troppo pesante, forse rimandandogli davanti agli occhi le immagini dell’adolescente, mentre la spogliava e la infilava nuda in un pozzo buio e stretto della campagna tarantina.  I sei anni di reclusione per la concussione, che Berlusconi avrebbe commesso telefonando la sera del 27 maggio 2010 a un funzionario di polizia, equivalgono alla condanna inflitta in primo grado a Luigi Spaccarotella, l’agente della Polstrada che dall’altra parte dell’A1, all’altezza di Arezzo, l’11 novembre 2007 sparò al tifoso laziale Gabriele Sandri (che con degli amici, in quella stessa area di servizio, pochi minuti prima pare avesse assaltato un pullman di juventini). In Cassazione, la pena per l’agente della Stradale è aumentata di 3 anni e 4 mesi, ma come evolverà la vicenda di Ruby è impossibile da prevedere, perciò i confronti sono fatti sui primi gradi di giudizio.  Per il delitto della Sapienza, l’università dove il 9 maggio 1997 fu uccisa Marta Russo, gli Ermellini hanno alleggerito le condanne ampliando il dubbio circa la colpevolezza di Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro, che alla fine se la cavarono con 5 anni e 4 mesi il primo (accusato di omicidio colposo, per avere cioè premuto il grilletto senza intenzione di uccidere) e 4 anni e 2 mesi per secondo, che era stato inquisito per favoreggiamento. Il primo processo si era chiuso con condanne a otto e sei anni, sempre difficili da affiancare a Berlusconi e al presunto reato che avrebbe commesso tre anni fa in veste del presidente del Consiglio.   La proporzione della condanna a Berlusconi nel primo processo Ruby fa davvero impressione. Basti pensare a Pasquale Palma, un pregiudicato napoletano di 33 anni che il 15 giugno scorso è stato condannato a 5 anni per rapine e sequestro di persona, e a Mohamed Fardous, al quale il tribunale ha dato solo 6 anni di carcere, nonostante avesse violentato una ragazza di 22 anni incontrata per strada a Bologna il 28 novembre. Tra l’altro il pm aveva chiesto una condanna a 4 anni e mezzo, scatenando le ire della famiglia della vittima. Solo 4 anni e mezzo anche per Gianfranco Lande, il Madoff dei Parioli, che ha ridotto sul lastrico molte famiglie, mettendo a segno una truffa da 300 milioni di euro. Per lui, in verità, il pm aveva chiesto quasi il doppio.  Infamante, infine, sono le blande condanne inflitte a due mamme infanticide. Otto anni a una badante rumena che a Enna, nel 2005, partorì e chiuse in un sacchetto dell’immondizia la piccola Angelica, poi buttata in un secchio della spazzatura e ritrovata morta. E appena 4 anni, invece, ad Andreia Grancea, che la primavera scorsa diede alla luce il suo bambino nel bagno di un Mc Donald, a Roma, e mise il corpicino della sua creatura nel water, tirando la catena. Tre anni in meno che a Silvio Berlusconi: la bilancia della giustizia non è tarata. di Roberta Catania

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