Messo alla porta

Muccino, gli chiedono "i delfini",e lui spara su Berlusconi,"Il Messaggero" lo fa fuori

Ignazio Stagno

Momento nero per Gabriele Muccino. Dopo le liti col fratello via twitter e le bordate contro la Rai di cui chiedeva la chiusura con "le forze armate", ora arriva anche la bocciatura de Il Messaggero. A denunciare lo "schiaffo" rimediato dal quotidiano romano è lo stesso regista che su facebook scrive: "Domenica scorsa non è stato pubblicato un mio editoriale sulla sudditanza del nostro Paese ad un padrone (Silvio Berlusconi). Ecco alcuni passaggi: 'Si sta gridando che non siamo tutti uguali, che chi è Padrone è Padrone e chi è servo è servo. Io servo non sono e oggi avrei dovuto scrivere dei delfini che la mattina nuotano a centinaia, a venti metri dal bagnasciuga di Los Angeles e di quanto la legge sia qui inesorabilmente uguale per tutti. Ma non ce la faccio". Muccino, il grillino -  Insomma a quanto pare, come racconta anche il Corriere della Sera, l'editoriale preparato da Muccino non è proprio piaciuto tra le stanze del Messaggero. Muccino avrebbe dovuto scrivere un editoriale per la sua rubrica da diario americano. Questa volta doveva scrivere di delfini e invece si è butatto a scrivere di politica. Il risultato è stato una colonna di piombo che quasi dal sapore grillino. I patti con la testata erano altri e così l'articolo è stato fatto fuori dalla pagina. Poi Muccino precisa che il rapporto col Messaggero è stato "anche stimolante perché mi chiedevo: Fino a che punto avrei potuto osare? Ora lo so".  Attacca la Ventura e Scotti - Dopo attacca Simona Ventura e Gerry Scotti che criticarono aspramente Ricordati di me per le scene sulle veline: "Scotti e altri fecero a gara a tirare secchiate di fango su me e il film. Simona Ventura a "Quelli che il calcio" mi dileggiò perché avevo osato toccare le veline e il sistema televisivo. Ricci dedicò tre puntate di "Striscia" ad attaccare me, gli attori e il film". Poi chiude citando Berlusconi, "Io non mollo". Lui no. Ma i suoi fan sì. (I.S.)