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Muccino, gli chiedono "i delfini",e lui spara su Berlusconi,"Il Messaggero" lo fa fuori

Il regista doveva scrivere un editoriale su Los Angeles per il quotidiano romano, ma ha preferito una bordata anti-Cav in salsa grillina e il suo articolo è saltato
di Ignazio Stagno sabato 31 agosto 2013

Gabriele Muccino

2' di lettura

Momento nero per Gabriele Muccino. Dopo le liti col fratello via twitter e le bordate contro la Rai di cui chiedeva la chiusura con "le forze armate", ora arriva anche la bocciatura de Il Messaggero. A denunciare lo "schiaffo" rimediato dal quotidiano romano è lo stesso regista che su facebook scrive: "Domenica scorsa non è stato pubblicato un mio editoriale sulla sudditanza del nostro Paese ad un padrone (Silvio Berlusconi). Ecco alcuni passaggi: 'Si sta gridando che non siamo tutti uguali, che chi è Padrone è Padrone e chi è servo è servo. Io servo non sono e oggi avrei dovuto scrivere dei delfini che la mattina nuotano a centinaia, a venti metri dal bagnasciuga di Los Angeles e di quanto la legge sia qui inesorabilmente uguale per tutti. Ma non ce la faccio". Muccino, il grillino -  Insomma a quanto pare, come racconta anche il Corriere della Sera, l'editoriale preparato da Muccino non è proprio piaciuto tra le stanze del Messaggero. Muccino avrebbe dovuto scrivere un editoriale per la sua rubrica da diario americano. Questa volta doveva scrivere di delfini e invece si è butatto a scrivere di politica. Il risultato è stato una colonna di piombo che quasi dal sapore grillino. I patti con la testata erano altri e così l'articolo è stato fatto fuori dalla pagina. Poi Muccino precisa che il rapporto col Messaggero è stato "anche stimolante perché mi chiedevo: Fino a che punto avrei potuto osare? Ora lo so".  Attacca la Ventura e Scotti - Dopo attacca Simona Ventura e Gerry Scotti che criticarono aspramente Ricordati di me per le scene sulle veline: "Scotti e altri fecero a gara a tirare secchiate di fango su me e il film. Simona Ventura a "Quelli che il calcio" mi dileggiò perché avevo osato toccare le veline e il sistema televisivo. Ricci dedicò tre puntate di "Striscia" ad attaccare me, gli attori e il film". Poi chiude citando Berlusconi, "Io non mollo". Lui no. Ma i suoi fan sì. (I.S.) 

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