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Per ritrovare i Rolex di Gigi D'Alessio in campo i servizi segreti

L'indiscrezione di un agente anonimo rilanciata dall'Espresso: "Il capo dell'Aisi è un napoletano innamorato del neomelodico, e quindi..."
di Andrea Tempestini domenica 27 ottobre 2013

Anna Tatangelo e Gigi D'Alessio

2' di lettura

Per ritrovare i Rolex di Gigi D'Alessio si sono mossi i servizi segreti. Questa, in estrema sintesi, la tesi sostenuta da l'Espresso. Necessaria premessa: lo scorso 4 giugno, in una villa dell'Olgiata, il musicista e la sua compagna, Anna Tatangelo, subirono un cospicuo furto. I ladri, dopo aver eluso il sistema di sicurezza, trovarono e scassinarono la cassaforte: nel bottino, appunto, dei Rolex, giolli di famiglia e contanti. In tutto, più di 200mila euro. I due cantanti scrissero sui social: "Siamo devastati! Essere derubati della propria serenità nel posto in cui dovresti sentirti più sicuro è terribile!". I soliti cretini si fecero beffa di loro, e la battuta più gettonata recitava: "Hanno rubato tutto, ma non hanno toccato i loro dischi". Il "pezzo grosso" - Ma quella delle battute sui social network è altra storia. La storia che ci interessa, invece, avrebbe il suo epicentro all'Aisi, l'Agenzia informazioni e sicurezza interna guidata da un anno e mezzo dal napoletano Arturo Esposito. Un agente, dietro l'anonimato, spiega a l'Espresso: "Qualche giorno dopo il colpo siamo stati contattati al Centro Roma Uno, che rappresenta il reparto d'eccellenza che si occupa di antiterrorismo. Ci hanno dato l'ordine di attivarci subito, per capire che fine avevano fatto gli orologi". In modo neppur troppo velato, l'Espresso lascia intendere che l'ordine sarebbe arrivato proprio da Esposito, "pezzo grosso dei servizi, probabilmente innamorato del sound neomelodico, deve aver deciso che il ritrovamento dei Rolex fosse una prioirtà nazionale". Secondo quanto riporta il settimanale, lo 007 e i suoi colleghi, pur basiti, obbedirono all'ordine. In totale, la ricerca ha impegnato una mezza dozzina di uomini: per una decina di giorni avrebbero interrotto le indagini sui gruppi eversivi per battere campi rom, pedinare sospetti e trovare indizi (utili per rintracciare i Rolex di D'Alessio). Un buon lavoro, poiché a distanza di un mese dal furto, gli oggetti sono stati rinvenuti. La notizia, però, non è mai uscita. Forse perché, come spiegano alla Compagnia Cassia, titolare delle indagini, "stiamo cercando di trovare la parte mancante del malloppo". Oppure perché, scrive sibillino l'Espresso, "non si vuole dare pubblicità a una caccia all'uomo che ha visto un dispiegamento senza precedenti" di spie dei servizi segreti, specializzate nell'antiterrorismo e "adattate" alla ricerca dei Rolex dei vip.

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