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Cervi: "Quando il merlo di Rizzoli, ospite di Montanelli, mandò a cagare Spadolini"

L'editorialista del Giornale racconta un retroscena datato 1983: l'ex editore aveva un uccellino che sapeva parlare. Ma non aveva freni e diceva anche le parolacce..
di Roberto Procaccini domenica 15 dicembre 2013

2' di lettura

C'è stato il giorno in cui il merlo indiano di Angelo Rizzoli, ospite nell'ufficio da direttore de Il Giornale di Indro Montanelli, ha mandato a quel paese il ministro della Difesa Giovanni Spadolini. Dopo il funerale dell'editore, spentosi a Roma l'11 dicembre aletà di 70 anni, Mario Cervi racconta un episodio datato 1983. Quando Rizzoli è arrestato per la prima volta e, non sapendo a chi affidare il proprio pennuto chiacchierone (di nome Marco), si rivolge all'amico Indro. Parlantina - Montanelli si trova allora a condividere l'ufficio con un uccello dalle piume nere ed il becco giallo. Ma non solo: un uccello in grado di parlare. Il direttore è inizialmente divertito dalla compagnia di un merlo capace di dire, con voce stentorea, quello che pensa agli astanti, o di lanciarsi in gradevoli vocalizi per poi chiedere "come canto?". Ma Marco ha appreso dal suo padrone anche una certa tendenza al turpiloquio, che lo porta a mandare a quel paese chi non gli sta simpatico. L'attitudine del pennuto, a seconda dei casi, fa sorridere o mette in difficoltà i destinatari delle sue invettive, fino a quando a beccarsi un sonoro vaffa è il ministro (già ex premier) Spadolini. Che non la prende benissimo. Tramonto - L'incidente diplomatico convince Montanelli a trovare una nuova collocazione al merlo. Lontano dal suo padrone e dal suo nuovo amico, Marco cade in depressione, racconta Cervi, e s'ammala di polmonite. A nulla servono gli interventi di veterinari (anche dall'estero): il merlo spira. "Marco se n'era andato, Angelo soffriva le sue pene - rievoca l'editorialista de il Giornale -. Anche lui se n'è andato adesso: povero merlo raggirato da lestofanti, braccato e perseguitato dalle toghe. Fosse ancora con noi il merlo Marco - conclude - saprebbe bene dove mandare, dopo una gaglairda fischiata, tutta questa gente".

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